Secondo uno studio recente e davvero particolare, la cultura, lo stile di vita, la storia e le abitudini delle diverse popolazioni hanno ancora oggi una forte incidenza sull’andamento del mercato immobiliare nei diversi Paesi, nonché sui prezzi.
Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e cosa emerge dalla ricerca condotta nei Paesi europei.
Le differenze storiche e culturali in Europa
Nelle diverse aree del continente europeo, le popolazioni nel corso della loro storia hanno acquisito abitudini di vita molto differenziate sulla base delle rispettive culture, e ciò ha riguardato anche i contesti urbani e abitativi.
In particolare, i popoli mediterranei e latini, fin dall’Antichità, tendono a vivere in insediamenti e aggregati urbani più densi.
Infatti nell’Antica Grecia e a Roma, ben 2000-2500 anni fa, si abitava in appartamenti, come le “insulae” romane, e ciò avveniva sia nei grandi centri urbani sia nei borghi più piccoli, portando a una elevata densità abitativa.
Viceversa, nei Paesi nordici e in quelli di tradizione anglosassone, la popolazione aveva una preferenza per l’abitazione indipendente, come i cosiddetti “compound”, aggregazioni di edifici affiancati gli uni agli altri, o come le “terraced house”, delle case a schiera singole e con pochi piani.
Le preferenze abitative odierne e il mercato immobiliare
Questo retaggio sociale e culturale avrebbe delle conseguenze ancora oggi sull’andamento del mercato immobiliare e sulle preferenze tra le varie soluzioni abitative.
È ciò che afferma un recente articolo del Financial Times, che riporta uno studio di YouGov.
Vivere in un appartamento situato all’interno di un edificio di 3-4 piani è la preferenza degli europei continentali di Paesi come Italia, Francia o Spagna, mentre i cittadini di cultura anglosassone rifiutano questa soluzione, per il 40% i britannici e il 30% gli americani.
Queste scelte influiscono su diversi fattori.
Innanzitutto sulla densità di abitazioni nei diversi Paesi: in quelli mediterranei e continentali le abitazioni sono in media 520 per 1000 abitanti, in quelli anglosassoni 400 per 1000 abitanti, con una differenza sull’occupazione del suolo che rende le città continentali più concentrate e quelle britanniche più estese.
In secondo luogo, vi è un’influenza anche sui prezzi degli immobili.
I Paesi continentali negli ultimi 30 anni hanno incrementato l’offerta abitativa molto di più e quindi hanno visto un aumento più contenuto dei valori immobiliari, mentre quelli anglosassoni vedono un aumento forte e continuo dei prezzi.