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La residenza è un diritto garantito a tutti i cittadini. In particolare, l’iscrizione alle liste dell’anagrafe consente di esercitare il voto, di ottenere i documenti d’identità, la tessera sanitaria, i certificati anagrafici, di scegliere e usufruire del medico di base, di accedere alle prestazioni socio-assistenziali. Ma è consentito rinunciare alla residenza? Ovvero, una persona può cancellarsi dall’anagrafe del Comune e risultare così irreperibile?
Per quali motivi si sceglie di non avere una residenza?
Le ragioni di tale scelta sono molteplici: c’è chi lo fa per sfuggire al fisco e per non pagare le tasse, chi per nascondere ai creditori le proprie tracce, chi per condurre una vita senza responsabilità e restare impunito per qualsiasi illecito: siano multe stradali o reati.
La residenza è obbligatoria?
La legge obbliga tutti coloro che risiedono stabilmente in Italia ad iscriversi all’anagrafe e, quindi, ad indicare un luogo di residenza dove è fissata la propria abitazione. Rendersi reperibili è, infatti, un dovere di tutti; al contrario, se così non fosse, non si potrebbero condurre indagini, punire i colpevoli o anche solo intentare giudizi civili, non si potrebbero notificare atti fiscali o giudiziari, contravvenzioni, consegnare le raccomandate.
L’indirizzo di residenza deve coincidere con il luogo dove il cittadino vive gran parte dell’anno, cioè la sua “dimora abituale”. Questo non vuole dire che se si trascorrono le ferie al mare bisogna cambiare residenza per poi mutarla ancora a settembre. L’importante è che la residenza sia fissata nel luogo ove prevalentemente si abita.
E chi non ha casa, per esempio chi alloggia e presso residence diversi o chi vive sotto i ponti, è tenuto a fornire all’anagrafe una residenza virtuale, cioè un luogo ove il soggetto può essere reperibile pur non rappresentando per lui una vera dimora, come la reception di un hotel.
Quando si viene cancellati dall’anagrafe?
Ci si cancella dall’anagrafe di un Comune quando ci si trasferisce presso un altro Comune. In questa situazione, il cittadino deve dichiarare la nuova residenza presso il nuovo Comune che poi farà la comunicazione a quello vecchio che procederà alla cancellazione.
Esiste anche l’obbligo di aggiornare l’indirizzo di residenza quando si cambia dimora abituale: viola la legge chi, pur avendo cambiato casa, non chiede al Comune di aggiornare la residenza. Chi, invece, fornisce una residenza falsa, ossia indica un luogo ove non abita, commette il reato di falso in atto pubblico.
Può però anche accadere di essere cancellati dall’anagrafe. Ciò accade quando il cittadino è irreperibile a seguito di svariati tentativi di notifica e, se tale situazione di irreperibilità perdura nel tempo, l’episodio viene segnalato alle autorità che iniziano a svolgere indagini. Se a conclusione di queste la persona non viene rintracciata, questa viene automaticamente cancellata dall’anagrafe.
Residenza senza fissa dimora
Le persone senza fissa dimora possono ottenere una residenza anagrafica ma che non deve per forza essere un’abitazione: può trattarsi, infatti, di una stazione ferroviaria, di una panchina in un parco, di una via, di uno scantinato. Inoltre, il domicilio può essere fissato anche in una via inesistente, che dovrà però avere una rilevanza giuridica: ogni Comune, infatti, possiede un elenco di indirizzi fittizi che possono essere scelti dalle persone senza fissa dimora per stabilire la propria residenza.
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