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L’Ufficio statistico dell’Unione europea ha da poco pubblicato un report con l’andamento dei prezzi delle case in tutti i paesi membri dal 2010 a oggi. Il quadro che emerge è di una crescita generalizzata, ma con alcune eccezioni. Ecco i dettagli.
Residenziale in Europa: prima il calo poi il boom
Analizzando i dati, si nota che fra il 2010 e il 2011 i prezzi degli immobili hanno attraversato una fase di crescita, che si è interrotta bruscamente nel secondo trimestre del 2011: a partire da quel momento e fino al primo trimestre del 2013 c’è stato un trend al ribasso, seguito da un periodo di sostanziale stabilità durato circa un paio di anni.
La svolta è arrivata con l’inizio del 2015, quando il costo del mattone ha cominciato a salire in maniera costante, come dimostra anche il fatto che fra il secondo trimestre del 2020 e il primo del 2021 la crescita è stata del +7,3%.
Estonia e Lussemburgo i paesi dove i prezzi sono aumentati di più
Se confrontiamo i prezzi del 2010 e quelli del 2021, l’aumento è stato in media del 34%, ma con notevoli disparità fra i vari paesi membri dell’Unione Europea.
Estonia, Lussemburgo e Ungheria occupano il gradino più alto del podio con crescite rispettivamente del 133%, 111% e 109%, mentre le uniche nazioni dove si è assistito a un calo sono Grecia (-28%), Italia (-13%), Cipro (-8%) e Spagna (-3%).
Affitti in Europa: crescita inferiore ma costante
A differenza di quanto abbiamo detto per i prezzi delle case in vendita, quelli dei canoni di locazione hanno subito un aumento costante e senza improvvise frenate: nell’arco di poco più di 10 anni sono cresciuti in media del 16%. Ancora una volta l’Estonia è lo Stato con la crescita maggiore (+142%), seguito da Lituania e Irlanda. Gli unici due paesi in cui il trend è stato invece al ribasso sono Grecia (-25%) e Cipro (-3%).