Indice dei contenuti
In piazza Mercanti a Milano esiste un edificio molto antico che presenta delle caratteristiche architettoniche particolari: si tratta della Casa dei Panigarola.
Vediamo come nasce l’edificio, qual è la sua storia e perché si chiama così.
LEGGI ANCHE: Alla scoperta della Chiesa di Santa Croce, un gioiello bizantino nel cuore di Milano
Come nasce Casa dei Panigarola e perché si chiama così
L’edificio trae il nome dai Panigarola, una famiglia di notai che qui aveva il proprio ufficio e lo mantenne dal Quattrocento fino al 1741.
Si trattava di un ufficio molto importante, denominato “Ufficio degli Statuti“, perché in esso si registravano i decreti ducali, gli atti pubblici e gli atti privati. Per via delle mansioni che vi si svolgevano, la casa è conosciuta anche come Palazzo della Congregazione dei Mercanti.
La mansione era appannaggio della casata dei Panigarola, notai originari di Gallarate, che lo mantennero per tre secoli per privilegio ereditario, fino alla loro estinzione.
LEGGI ANCHE: La storia di Palazzo Broggi a Milano dal Novecento a oggi: dalle Poste a The Medelan
L’edificio fu realizzato a partire dal 1433 con la sistemazione delle strutture preesistenti, mentre la facciata venne progettata nel 1466 dall’architetto Giovanni Solari, che lavorava per il Duca Galeazzo Maria Sforza e che era a capo della fabbrica del Duomo di Milano.
Al momento della costruzione e fino alla fine del Settecento, la casa era addossata all’abside della chiesa di San Michele del Gallo, oggi non più esistente.
Qual è la storia della Casa dei Panigarola
Nel 1809 la struttura venne rialzata, insieme agli attigui edifici ubicati in piazza Mercanti, cioè il Palazzo dei Giureconsulti e le Scuole Palatine, a opera dell’architetto Pietro Gilardoni, che lavorò per la Repubblica Cisalpina e per il Regno d’Italia prima e per il Governo Austriaco poi, e che si occupò della sistemazione, tra gli altri, della Villa Reale, del Palazzo di Brera, di Palazzo Diotti e dell’Ospedale Fatebenefratelli.
Pochi anni dopo, una parte delle arcate site a piano terra furono tamponate e adibite a botteghe.
Nel 1899 un nuovo intervento venne realizzato da Luca Beltrami, che aggiunse alla facciata, a livello del primo piano, una monofora con cornice in cotto in stile quattrocentesco.
Nel 1967 venne fatto un restauro di varie parti della struttura, che fu piuttosto pesante poiché sostituì alcune strutture lignee con il cemento armato ed eliminò il sopralzo del Gilardoni e una scala che collegava la casa a un passaggio sopraelevato per raggiungere il Palazzo della Ragione.
Cosa rimane dell’antico edificio in piazza Mercanti
Nel loggiato è ancora oggi presente una lapide in terracotta, murata e risalente al 1448.
Il testo, in latino, è firmato da Tommaso da Caponago, un giureconsulto che spiega i rischi che si corrono se si sceglie di procedere per vie legali. La scritta dice: “Le discordie corporali sorgono nelle controversie delle cause, avviene la perdita delle spese, il lavoro della mente è esercitato, il corpo ogni giorno è affaticato, molti e inonesti crimini da qui derivano, le opere buone e utili sono ritardate e coloro che spesso credono d’ottenere più frequentemente soccombono e, se ottengono, conteggiate le fatiche e le spese, nulla acquistano”.
*Immagine di copertina – Credits to lombardiabeniculturali.it