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La sua funzione originaria risulta sconosciuta, nel Settecento ospitò un museo di fossili, più avanti nel tempo pare avere ospitato festini ed essere stata teatro di rituali satanici.
Il suo nome è Ca’ del Diavolo! Tutto quello che riguarda la Torre di Bellano incuriosisce e mette anche un po’ di timore. Chiusa da tempo, apre ora, finalmente, le sue porte ai cittadini di Bellano (il comune in provincia di Lecco all’interno del quale si trova) e ai turisti la Torre dell’Orrido.
Il luogo
L’edificio, collocato a strapiombo sul torrente Pioverna e vicinissimo all’adiacente binario della ferrovia, fa parte di un luogo ammantato dalla leggenda, noto come «Orrido».
Sempre qui, in una gola naturale, scorre una cascata che può essere visitata grazie a una suggestiva passerella sospesa, incastonata tra pareti rocciose.
Il restauro di Ca’ del Diavolo
Il restauro è stato finanziato grazie ai fondi comunali, ai contributi della Regione Lombardia, di Fondazione Cariplo e della Comunità Montana Valsassina. L’intervento ha visto lo stanziamento di 900 mila euro e ha permesso, tra le altre cose, di salvare gli intonaci esterni affrescati, grazie a un’opera di restauro e rinforzo della struttura eseguita completamente dall’interno.
L’inaugurazione e gli orari di visita
I complessi lavori di recupero hanno portato alla riapertura al pubblico l’11 luglio scorso. Per visitare la struttura, è possibile acquisitare il biglietto di ingresso online a 15 euro (5 euro se si è residenti nel Comune di Bellano).
L’accesso è a numero chiuso e prevede un tour di 15 minuti a gruppi di massimo otto persone.
Il percorso immersivo
All’interno della torre sarà possibile scoprirne i segreti guidati dalla voce di Sigismondo Boldoni, storico locale che, in un video di benvenuto, presenta ai visitatori il territorio e l’Orrido.
Quattro schermi ai lati della sala propongono invece video sonori, immagini e informazioni relativi ai cambiamenti dell’Orrido, alla sua conformazione e all’utilizzo delle acque fatto nel tempo.
Al secondo piano, le parole di Boldoni raccontano invece la leggenda della Pesa Vegia, rievocazione storica in costume che si tiene ogni anno il 5 gennaio e che fa viaggiare nel tempo sino ai tempi della dominazione spagnola.
Le sorprese non sono finite, anzi, la più spettacolare attende il visitatore al terzo piano: qui, grazie a una pedana immersiva, si può vivere un’esperienza di realtà virtuale.
Attraverso un video immersivo, si può percorrere il corso del fiume al contrario: si parte dal museo per raggiungere dapprima la gola e in seguito la vetta della Grigna, infine si fa rientro al museo passando per il lago di Como.
*Immagine in alto – Credits to Siviaggia.it