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A Milano, a non mancare sono gli affitti turistici (più economici), pensati per periodi brevi.
Questa tendenza ha fatto sorgere la necessità di una nuova regolamentazione per “passare dalla gestione alla valorizzazione degli immobili” in città. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Affitti turistici a Milano e la necessità di nuove regole
Si è parlato di un piano triennale per Milano al Forum dell’Abitare; a illustrarlo, l’assessore alla Casa e Piano quartieri, Pierfrancesco Maran. Queste le sue parole:
Chiediamo che Milano possa elaborare una sua normativa, come avviene in tutte le città europee. In Italia la possibilità è concessa solo a Venezia, che non l’ha ancora sfruttata. Se il governo ce lo consentirà, ci muoveremo in pochi mesi tutelando i piccoli proprietari di casa e agendo su chi affitta molte abitazioni e sulle società del settore. È fondamentale che almeno il 50 per cento degli appartamenti torni a disposizione di studenti e lavoratori.
Qual è la situazione attuale nel dettaglio? In questo momento, si parla di 15 mila appartamenti dati in affitto sui differenti portali dedicati a locazioni brevi.
L’aumento dei prezzi delle case a Milano e la necessità di un cambiamento
Secondo i dati, gli ultimi 8 anni hanno segnato un aumento nel prezzo degli immobili, sia che si parla di affitto che di vendita, rispettivamente del 43% e del 40%. Gli stipendi, invece, sono cresciuti solo del 5,40%.
Da qui, la necessità della costituzione di Società casa, un ente che interagisca con altri soggetti “dalla Regione, con cui il dialogo è possibile, a istituzioni finanziarie“, a dire di Beppe Sala, per favorire il mix abitativo e per rivalorizzare edifici ed aree: “Il Comune ha un ingente patrimonio di edilizia popolare, diritti volumetrici e terreni, ma non ha le risorse per valorizzarlo. Abbiamo bisogno di altri disponibili a contribuire, prevedendo un rendimento per i privati“.
L’obiettivo di questa nuova regolamentazione sembra essere quello di mettere a disposizione più case a un prezzo accessibile in città.
Le necessità sono diverse:
- servono più immobili a prezzi sostenibili;
- serve un importante sostegno per gestire le case popolari.
A farlo, potrebbe essere un sistema pubblico in grado di coordinare le politiche dell’abitare, a sostegno dei lavoratori che guadagnano troppo per avere delle agevolazioni, e troppo poco per presentarsi sul mercato.
Un esempio? Sarà possibile, ragionando a livello cittadino, con strumenti come il contributo di 250 euro al mese per 3 anni alle giovani famiglie (con Isee fino a 30 mila euro), che hanno un affitto e hanno avuto un bambino nel 2023.
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Case troppo care: alcune azioni concrete a sostegno delle famiglie
Si inizierebbe con una sperimentazione su 316 case, da aumentare poi a 2 mila.
Il Comune possiede 28 mila alloggi: 22 mila sono assegnati, gli altri da ristrutturare.
Rimettere a posto un appartamento costa 30 mila euro, servirebbero 150 milioni, affittandoli a 72 euro l’anno al metro quadrato a lavoratori che si fanno carico degli interventi si dà una soluzione conveniente a loro, si migliorano i contesti abitativi e si dà un’entrata al Comune.
Afferma Maran
I 300 appartamenti saranno raggruppati in 10 progetti, affidati a un ente pubblico, privato o del terzo settore capofila.
Le buone pratiche presentate al Forum dell’abitare
Al Forum dell’abitare sono state presentate anche alcune “buone pratiche” da modello: dall’investimento per la creazione della comunità energetica di Chiaravalle che, con ben 700 kilowatt di energia fotovoltaica generata con gli impianti sui tetti, coprirà metà della richiesta, alla sperimentazione (a partire da inizio aprile) dell’affidamento a Mm della manutenzione ordinaria di 4 complessi di edilizia popolare nel Municipio 8.