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In mezzo a ristoranti affollati e locali i cui nomi sono sulla bocca di tutti, Milano ha la sua perla rara. Stiamo parlando del 1930, che anche quest’anno ha confermato il proprio posto tra i 50 migliori locali del mondo, ma di cui nessuno conosce l’indirizzo.
Dietro al 1930 ci sono Flavio Angiolillo e Marco Russo, già proprietari del Mag sui Navigli, ma non si tratta di un’iniziativa commerciale: il bar è veramente segreto.
Dove si trova il 1930 a Milano?
Alcune fonti lo collocano in zona V giornate, ma né il sito e né i social del 1930 rendono ufficiale la posizione esatta del locale. È la pura logica dello speakeasy dove, tra mattoni a vista e luci soffuse, si respira l’atmosfera del proibizionismo americano degli anni ’20.
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Cos’è uno speakeasy bar?
Per spiegare cos’è uno Speakeasy bisogna fare un salto negli Stati Uniti, intorno al 1920, quando entrò in vigore una legge sul proibizionismo che vietava il commercio e il consumo di alcol in tutto il paese.
Da qui presero vita svariati bar nei retrobottega di macellerie, barbieri, mercerie o persino nelle abitazioni private: qualunque posto, che in apparenza sembrava normale, al suo interno poteva nascondere un mondo segreto fatto di alcool e musica dal vivo.
Si stima che, proprio nel 1920, nel solo stato di New York esistessero circa 32.000 Speakeasy!
Ma da dove arriva questo nome?
La leggenda narra che, nel 1888 in Pennsylvania, la proprietaria di un saloon illegale intimò ai clienti di abbassare la voce, per non far scoprire il bar segreto, esclamando “Speak easy, boys!“.
Non solo whisky: cosa rende speciale il 1930
Il 1930, però, non è un normale speakeasy: se anche riuscissimo a scoprire l’indirizzo del locale, sul menù non troveremmo solamente whisky di segale e moonshine (il liquore ad alta gradazione che ai tempi veniva prodotto illegalmente e in maniera casalinga), ma un’offerta di cocktail a livello mondiale.
È non è tutto: la guida “World’s 50 Best Bars” mette in rilievo l’attenzione del 1930 verso ingredienti particolari, a partire da prodotti di nicchia come una varietà di uva dall’Algeria, fino ad arrivare a infusi fatti con il famoso baobab africano.
Tutti questi ingredienti rendono il 1930 non solo uno dei bar più esclusivi del mondo, ma anche uno dei più esotici.
*Immagine in alto – Credits to Mitomorrow.it