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In Italia riuscire a regolamentare anche gli affitti brevi o gli affitti per case vacanze sta diventando un’esigenza importante, perché il settore dell’accoglienza turistica ha introiti economici importanti.
Una locazione abusiva non comporta solo l’evasione fiscale delle imposte dirette, ovvero del pagamento o di cedolare secca o di Irpef, ma pesa anche sulle casse comunali con il mancato pagamento dell’imposta di soggiorno.
Un esempio viene fornito dai dati dell’Agenzia delle Entrate che segnala che prima del Covid una realtà turistica e culturale importante come Roma versava al Municipio circa 153 milioni di euro di contributo di soggiorno, Milano versava al Comune fino a 59 milioni, Firenze quasi 44, Venezia 36 milioni.
Insomma, ogni notte di permanenza non dichiarata è una perdita anche per le casse comunali oltre che un’elusione fiscale e per questo è corso ai ripari il DL Semplificazioni e Aiuti che modifica sia la scadenza per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati relativi all’imposta di soggiorno, sia alcune limitazioni riguardo agli affitti brevi.
Affitti brevi: le novità del dl semplificazioni
Il Dl Semplificazioni in particolare ha deciso che chi affitta la propria casa o una stanza per più di 120 giorni debba cambiare la destinazione d’uso da residenziale a turistico-ricettivo e modificare la categoria dell’immobile.
Inoltre, dato che il decreto Semplificazioni interviene sull’imposta di soggiorno, la scadenza per la comunicazione dei dati slitterà dal 30 Giugno al 30 Settembre 2022.
Perché le modifiche nazionali su affitti brevi
Lo scopo di questo emendamento è di individuare chi affitta saltuariamente una casa o stanza e chi invece ha avviato un vero business e di conseguenza distinguere anche il livello di tassazione.
La legge diventa così nazionale anche se i Comuni hanno libertà di gestione degli affitti brevi tramite il proprio Regolamento comunale. Quindi i comuni potranno ulteriormente limitare i tempi.
Venezia invece ha ottenuto una deroga per quel che riguarda il limite dei 120 giorni, unico Comune in Italia.
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Nuove regole di affitto a Venezia
La nuova legge infatti permette a Venezia di prorogare l’affitto breve oltre i 120 giorni all’anno, tramite le note piattaforme come booking o Airbnb. Venezia è l’unico comune italiano oggi ad avere avuto tale concessione. Anche Bologna e Firenze infatti avevano richiesto una proroga dei tempi, ma non è stata accettata.
Il DL Aiuti ha anche concesso al Comune di Venezia di mettere a punto un nuovo regolamento, in cui vengano stabiliti nuovi obiettivi e limitazioni: i vincoli potranno essere introdotti in diversi mesi dell’anno, ed essere validi anche solo per determinate zone della città ma dovranno rispettare i principi di “proporzionalità, di trasparenza, di non discriminazione e di rotazione, tenendo conto della funzione di integrazione del reddito esercitata dalle locazioni brevi”.
Nuova tassa da pagare per chi visita Venezia
Non solo novità per chi affitta case vacanza ma anche novità per chi visita da turista Venezia: annunciata la nuova tassa di ingresso prevista a partire dal 16 gennaio 2023. Esclusi al pagamento che va da 3 a 10 euro, le seguenti categorie:
- residenti a Venezia e nel Veneto e loro parenti;
- gli studenti iscritti alle università di Venezia;
- i lavoratori pendolari;
- chi possiede immobili a Venezia;
- bambini fino a 6 anni;
- chi fa visita a detenuti o partecipa a un funerale;
- le persone disabili e i loro accompagnatori;
- chi partecipa a competizioni sportive sul territorio.