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Un’idea per Pasquetta può essere quella di immergersi tra le numerose riserve naturali d’Italia.
Tra queste aree dal pollice verde ce ne sono di interessanti anche nella Provincia di Monza e Brianza, sede della Reggia circondata da uno tra i maggiori parchi storici europei, il quarto recintato più grande d’Europa e il maggiore circondato da mura.
Con una superficie di 688 ettari, e delle architetture simbiotiche con la natura, questo polmone verde offre tesori e sorprese inattese. Per esempio l’aglio orsino potrebbe accompagnare le lunghe passeggiate di primavera, soprattutto tra gli amanti della flora spontanea.
L’aglio orsino al Parco di Monza: cos’è e dove trovarlo
I Giardini Reali e il Parco di Monza in primavera sono un trionfo di colori e profumi aromatici.
Se passeggiando in questa immensa riserva notate un tappeto di minuscoli fiorellini bianchi a forma di stella, allora non c’è dubbio che si tratti dell’aglio orsino, la versione selvatica del comune aglio.
Un tappeto di stelline bianche
Il nome deriverebbe dalla pratica degli orsi che, al risveglio dal letargo, per ricaricarsi fanno incetta di questa piantina ricca di proprietà nutritive.
L’ente turistico del Comune di Monza ripercorre le tracce di questa lieta presenza tra i prati.
L’aglio orsino è stato voluto nei Giardini e nel Parco dagli Asburgo quando la Villa Reale era la casa di campagna di Ferdinando, figlio dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, per la sua particolarità di essere un’erba tappezzante e di facile manutenzione.
Un modo per evitare le piante infestanti ed avere un bel colpo d’occhio, a costi ridotti.
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Aglio orsino: può mangiare e raccogliere?
La raccolta dell‘aglio orsino nel Parco di Monza è soggetta a vincoli in quanto tutelato. Tuttavia in zone esterne al Parco sono ammesse deroghe speciali per la sua raccolta a fini alimentari.
Come si può utilizzare l’aglio orsino in cucina
Le sue foglie, molto profumate, possono essere utilizzate come condimento per insalate primaverili, o nei risotti, ma anche come ingrediente per un gustoso pesto.
Sfregando le foglie, si può sentire la fragranza simile a quello dell’aglio, ma più delicato, principalmente grazie alla presenza di composti di zolfo. A differenza dell’aglio comune da cucina, esso possiede maggiori sostanze proteiche.
Questa piantina dal nome buffo e dall’odore inconfondibile è anche oggetto di un percorso di riscoperta culturale da parte di associazioni, che propongono escursioni guidate per la sua raccolta, degustazioni e cene a tema.