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Le aste immobiliari in Italia, nel corso del 2022 appena chiuso, hanno proseguito il trend di risalita, dopo il crollo causa Covid che aveva bloccato il settore.
Nel 2020, infatti, il clima di incertezza e anche l’impossibilità fisica di visitare gli immobili o di frequentare i Tribunali aveva quasi dimezzato le aste rispetto all’anno precedente.
Adesso, il numero sta tornando a salire. Le aste immobiliari sono spesso viste come una zona grigia del mercato, anche se, in effetti, possono rivelarsi uno strumento utile per investire su immobili a poco prezzo, magari da rivendere o affittare una volta risistemati.
L’iter è praticabile anche in autonomia, ma per essere seguiti, durante un tentativo d’asta, ci sono ormai diversi network o agenzie immobiliari specializzate che possono accompagnare gli interessati.
Aste immobiliari in rialzo rispetto al 2021
A livello di numeri, i dati differiscono leggermente a seconda delle fonti. Secondo il report annuale redatto da AstaSy Analytics di NPLs RE Solutions, nel 2022 si sono conteggiate 113.056 unità immobiliari oggetto di asta, per un controvalore a base d’asta pari a circa 16,34 miliardi di euro.
Secondo i dati delle società Abilio e neprix (gruppo Illimity), le vendite giudiziarie immobiliari nel 2022 hanno toccato quota 190mila, in leggera crescita rispetto alle 184mila del 2021, ma ancora distanti dal numero di 233mila del 2019.
Le due fonti differiscono, perché la prima conteggia gli immobili andata in asta, mentre la seconda considera le procedure, cioè i tentativi di vendita giudiziaria, quindi il numero è più alto perché lo stesso immobile può essere stato “battuto” più di una volta nel corso dello stesso anno solare.
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Sempre più digitale, ma i tempi delle aste immobiliari restano lunghi
Il trend e le caratteristiche delle aste, però, sono comuni. Un aspetto che balza agli occhi, per esempio, è il progressivo invecchiamento dello stock e la difficoltà di smaltirlo.
Una caratteristica aggravata dalla crisi Covid, ma che deriva anche dalla difficoltà di vendere e dalla lentezza burocratica che grava su alcuni Tribunali in Italia, pur con qualche eccellenza positiva.
Secondo i dati di Illimity, infatti, emerge che nel 2019 il 31% delle aste riguardava procedura avviate da almeno sei anni o anche oltre. L’anno scorso, questa quota è salita al 41%.
Lo studio evidenzia, inoltre, che solo l’8% delle procedure dichiarate nel 2021 ha già avviato la fase di vendita, dato che scende a meno dell’1% per il 2022.
Di contro, emerge invece come il processo di digitalizzazione sia ormai a buon punto. Mediamente, ormai il 75% delle aste viene eseguita in modalità telematica e solo un quarto ancora in modo tradizionale.
Per quanto riguarda gli immobili, i dati consuntivi dei vari report comprendono di solito tutte le tipologie, compresi negozi, uffici, terreni. Ma secondo Astasy, solo il 68% circa è riconducibile al settore residenziale e può essere d’interesse per un investimento di questo tipo.
Nel 58% dei casi si tratta di abitazioni, che vanno dal monolocale alla villetta, cui va aggiunto un 10% relativo alle pertinenze come box, posti auto o cantine, che come prassi vengono vendute frazionate rispetto agli appartamenti di riferimento.
Quanto alla distribuzione geografica, circa un quarto di tutte le aste avviene nel Centro Italia e un altro quarto nel Nord Ovest. Spiccano le province di Milano, Roma e la Sicilia.
Aste immobiliari: occhio agli enti pubblici
Per abitudine, si pensa sempre agli immobili all’asta considerando quelli derivanti da procedure esecutive o fallimentari.
Invece, possono costituire una valida opportunità anche le aste in cui vari enti pubblici dismettono il proprio patrimonio, dall’Inps ai Ministeri, fino alle varie aziende territoriali come l’Ater di Roma.
Per questo particolare segmento, il Consiglio nazionale del Notariato, cioè l’organo di rappresentanza dei notai, aggiorna costantemente una selezione di bandi su un’apposita pagine del proprio sito.
Sempre il Notariato, ha prodotto una serie di guide pratiche per i cittadini sui temi più importanti del mercato immobiliare, tra cui appunto le aste.
Lo studio fornisce diversi spunti pratici, tra cui una sorta di decalogo di consigli da seguire. In generale, l’atteggiamento verso l’acquisto di un immobile in asta deve essere ragionato, specialmente per quanto riguarda l’esborso.
Le case all’asta, infatti, partono sempre con prezzi che possono sembrare davvero stracciati o comunque molto scontati.
Però, occorre:
- visitare bene l’immobile;
- capire il contesto in cui è inserito e i prezzi medi al metro quadrato della zona;
- verificare se ci siano spese arretrate (ad esempio, le spese di condominio);
- valutare lo stato del fabbricato e stimare un preventivo degli eventuali costi di ristrutturazione.
A questo punto, sarà più agevole intuire quale sarebbe l’investimento complessivo dell’operazione e, quindi, confrontare la somma con quello che si spenderebbe mettendo nel mirino un appartamento simile, a prezzi di mercato.