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Per tutto il mese di febbraio sarà possibile richiedere il bonus acqua potabile per le spese sostenute nell’anno 2023. Si apre, per tutti i contribuenti, una importante opportunità che avranno a disposizione 29 giorni per accedere a un incentivo che mira a sostenere le spese per l’acquisto di dispositivi, volti al risparmio idrico e alla potabilizzazione dell’acqua domestica.
L’agevolazione riguarda l’acquisto e l’installazione, di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento destinati a migliorare la qualità dell’acqua.
Inizialmente il bonus fu introdotto per il biennio 2021-2022, ma poi fu esteso al 2023 dalla legge di Bilancio 2022. La finalità perseguita dal legislatore è quella di realizzare una gestione sostenibile delle risorse idriche, oltre a promuovere di comportamenti ecologicamente responsabili tra i cittadini.
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La procedura
La procedura di presentazione delle spese è stata resa particolarmente accessibile grazie alla piattaforma online predisposta dall’Agenzia delle entrate.
L’uso di un modello apposito per la comunicazione del bonus, disponibile sul sito ufficiale dell’Agenzia delle entrate, consente di organizzare e fornire le informazioni necessarie in modo chiaro e dettagliato. Ciò garantisce non solo la semplicità e l’efficienza del processo di richiesta, ma anche la precisione nella valutazione delle spese sostenute, fondamentale per l’approvazione del beneficio.
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L’accesso all’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate richiede l’autenticazione, un meccanismo che assicura la protezione dei dati personali e la trasparenza nell’iter di concessione del bonus. Questo sistema di gestione online rappresenta un esempio significativo dell’impegno dell’amministrazione fiscale nel facilitare i cittadini nell’accesso ai benefici fiscali, nel contesto più ampio della digitalizzazione dei servizi pubblici.
La procedura standardizzata tramite il modello predefinito mira a ridurre gli oneri burocratici per i contribuenti e a velocizzare i tempi di elaborazione delle richieste. Inoltre, la chiarezza delle informazioni richieste e la facilità di compilazione del modello online promuovono un’ampia partecipazione al programma di incentivi, contribuendo così alla diffusione delle pratiche di risparmio idrico e alla tutela delle risorse naturali.
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Le caratteristiche del bonus
Come accennato, il Bonus idrico (introdotto con il Decreto Ministeriale del 27 settembre 2021 n. 395) rappresenta un intervento normativo volto a promuovere e incentivare l’adozione di soluzioni per il miglioramento qualitativo dell’acqua destinata al consumo umano, erogata dagli acquedotti.
Il meccanismo di incentivo prevede un credito d’imposta, calcolato al 50% delle spese sostenute, per l’acquisto e l’installazione di sistemi ed apparecchiature finalizzate al miglioramento della qualità dell’acqua potabile (come filtri e dispositivi di purificazione) purché l’acqua sia erogata dagli acquedotti.
Questo credito d’imposta è soggetto a specifici limiti massimi di spesa:
- fino a 1.000 euro per ogni unità immobiliare destinata ad uso residenziale da parte di persone fisiche non esercenti attività economiche;
- fino a 5.000 euro per immobili adibiti ad attività commerciale o istituzionale, a disposizione di tutti gli altri soggetti, inclusi quindi anche esercenti attività economiche, enti e associazioni.
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A chi viene concesso
Come segnalato anche dall’Agenzia delle entrate, il bonus viene concesso per l’acquisto e l’installazione di sistemi di:
- filtraggio;
- mineralizzazione;
- raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.
Va precisato che il presente bonus non va confuso con il Bonus Acqua in Bolletta, concesso in modo automatico alle famiglie a basso reddito ISEE, a cui vengono applicate direttamente in bolletta gli sconti stabiliti dall’ARERA, sulla base delle tariffe locali.
Possono beneficiare del bonus:
- le persone fisiche, ma non nell’esercizio di un’attività economica sull’immobile di abitazione privata;
- imprenditori, professionisti ed enti non commerciali (compresi chi appartiene al Terzo settore e gli enti religiosi riconosciuti civilmente) per l’immobile su cui si svolge l’attività commerciale o istituzionale.