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Dopo Blasco Pulieri, abbiamo intervistato anche Nadia Mayer, indiscussa protagonista delle nuove puntate di Casa a Prima Vista ambientate a Roma. Come partner del programma, che va in onda dal lunedì al venerdì alle 20.20 su Real Time (canale 31 del digitale terrestre), abbiamo potuto fare a Nadia qualche domanda in esclusiva, scoprendo di lei nuove cose molto curiose.
Chi è Nadia Mayer
Originaria di Trento ma adottata da Roma, Nadia ha passato una vita sulle passerelle di moda e si vede dal suo elegante portamento. Nel settore immobiliare ha iniziato otto anni fa e oggi è una degli agenti di punta di un’importantissima realtà internazionale di lusso. Nella vita e nel lavoro, racconta, opera all’insegna della lealtà e della trasparenza, i suoi valori fondanti che la guidano in ogni scelta.
Perché hai scelto il lavoro di agente immobiliare? E cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere questa carriera?
Ho scelto questa professione perché la casa è il sogno di ciascuno di noi, in varie forme e misure, e l’idea di accompagnare le persone a realizzarlo mi appaga ogni volta. A chi intraprende questa professione mi sento di dire che serve preparazione, conoscenza del mercato immobiliare e approccio sincero con il cliente. Credo sia molto importante perché le persone sanno distinguere molto facilmente chi vuole vendere velocemente solo per la commissione da chi invece condivide la gioia e la soddisfazione con il cliente perché lavora con passione.
Nel corso della tua carriera c’è stata una casa che ti è particolarmente rimasta nel cuore e che, se avessi potuto, avresti comprato per te?
Mi è capitato con tanti immobili, soprattutto quelli che si trovano nel centro storico, dove si respirano secoli di storia e vite vissute.
Qual è la richiesta più strana che hai ricevuto da un possibile acquirente?
Non ricordo di cose particolarmente bizzarre ma menzionerei una vendita in cui mi sono trovata a lavorare con tre generazioni diverse: nonni, cugini, fratelli, cognati… una situazione impegnativa ma molto divertente.
Qual è la casa più particolare che ti è capitato di trattare?
Non ne ho una sola in particolare da raccontarvi. Sicuramente quelle che lasciano più il segno sono le dimore storiche dove hanno vissuto personaggi particolari. L’ultima che ho avuto il piacere di seguire è stata la dimora di Beatrice Cenci, eroina italiana.
C’è un episodio particolarmente strano o divertente che ti è capitato durante una visita?
Una volta sono venuti a vedere una casa forse dieci familiari tutti insieme. Aggiungo che, nella già strana situazione, mancava la corrente quindi tutti con i telefonini accesi per far luce.
La caratteristica horror di una casa che ti capita di vedere più spesso?
Come caratteristica horror menzionerei la storpiatura nell’uso dei materiali negli anni ‘70: vedi il grande utilizzo di plastica e sostanze sintetiche.
Quali sono le 3 regole d’oro che condivideresti con chi sta cercando casa in questo momento?
Personalmente darei molta importanza all’esposizione, alla logistica e a un’analisi storica sull’immobile.