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La Chiesa di Santa Maria della Sapienza, un antico e affascinante immobile a Napoli chiuso al pubblico dalla metà del secolo scorso, si trova attualmente in stato di degrado. Tuttavia, un’iniziativa entusiasmante è stata lanciata per riportare questa meraviglia architettonica al suo antico splendore.
È stata infatti lanciata da Invitalia una gara per l’affidamento dei lavori di restauro della chiesa, con l’obiettivo di restituire alla comunità e ai visitatori un luogo di culto magnifico, ricco di storia e di valore artistico.
Come funziona la gara
A pubblicare sulla piattaforma InGaTe la procedura di gara, del valore di oltre 2,8 milioni di euro, è Invitalia, in qualità di Centrale di Committenza per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. I potenziali offerenti hanno tempo fino all’11 luglio 2023 per presentare le loro proposte, sempre tramite la piattaforma InGaTe – Invitalia Gare telematiche.
L’appalto è stato progettato con una visione integrata e coerente per la chiesa che prevede, una serie di interventi di restauro, tra cui le coperture, gli affreschi e gli stucchi, nonché una valutazione delle vulnerabilità dell’edificio. I lavori comprenderanno il restauro completo dell’aula liturgica, del matroneo superiore e delle coperture, al fine di restituire loro la loro storica funzione religiosa e un’armonia estetica.
Saranno inoltre realizzati interventi per garantire l’accessibilità completa, con percorsi distinti in modo chiaro, nonché adeguamenti impiantistici. Infine, sarà effettuata una valutazione del rischio sismico, seguita da opportuni interventi di consolidamento.
La storia della Chiesa di Santa Maria della Sapienza
Situata proprio nel centro storico di Napoli, lungo via Costantinopoli, la Chiesa di Santa Maria della Sapienza fu costruita grazie ad un progetto di Francesco Grimaldi e terminata nel 1630 da Giacomo Di Conforto.
I lavori per la creazione della cupola e del campanile, invece, vennero inaugurati tra il 1634 e il 1636. Alla chiesa era annesso anche un monastero, in parte demolito alla fine del 19° secolo per fare posto al Policlinico, che venne costruito alle spalle della struttura.
L’interno della chiesa è composto da una navata unica con cappelle laterali, ed è decorato con marmi policromi di Dionisio Lazzari, il quale si è occupato anche del pavimento, in marmo bianco e ardesia, molto simile a quello già esistente nella chiesa di San Gregorio Armeno.
Essendo stata chiusa per decenni, la chiesa risulta fortemente deteriorata, sia dal punto di vista artistico, sia architettonico, a causa di infiltrazioni d’acqua e dispersioni. La speranza è che la gara indetta da Invitalia possa riportare la chiesa al suo antico splendore, così da ridare alla collettività un monumento storico e di importanza architettonica, artistica e culturale.