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L’estate è ormai alle spalle. Con l’abbassarsi delle temperature e l’avvicinarsi dell’inverno, torna anche la tanto temuta stagione influenzale. Con la pandemia abbiamo imparato che la casa può essere un rifugio sicuro (indispensabile nei durissimi mesi di lockdown) ma è anche un ambiente dove i virus circolano rapidamente.
Cosa dobbiamo aspettarci dall’influenza il prossimo autunno-inverno? Perché la casa è un luogo così a rischio? Ci sono stanze, situazioni e oggetti più pericolosi di altri? Cosa fare e cosa invece evitare per proteggere noi stessi e i nostri cari?
Lo abbiamo chiesto al virologo Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa stagione influenzale?
L’influenza è come le tasse: arriva inesorabile ogni anno. Il momento esatto in cui ha inizio la stagione influenzale dipende dalle condizioni meteorologiche, ma generalmente si può indicare intorno alle festività natalizie, complici i viaggi e il freddo intenso.
Innanzitutto bisogna dire che esistono tanti virus invernali, precisamente 263: uno è il “protagonista”, gli altri sono un po’ come le band che aprono i concerti dei cantanti più famosi e che scaldano il pubblico nell’attesa.
Ogni anno tra le 8 e le 12 mila persone, soprattutto anziani e fragili, muoiono per le complicanze dell’influenza. Il numero dei casi dipende dall’andamento meteorologico: una stagione più calda rallenta la diffusione del virus, al contrario una stagione caratterizzata da freddo intenso e prolungato favorisce i contagi.
L’altra variabile è il tipo di virus. Il virus dell’influenza varia con meno frequenza rispetto a quello del Covid, ma anche lui si modifica. Maggiori sono le differenze rispetto all’anno precedente, maggiori sono le probabilità di ammalarci. Quest’anno il virus principale è l’A/H1N1, di origine australiana, che è relativamente recente, quindi il sistema immunitario riesce spesso a riconoscerlo e contrastarlo.
Quindi, quanti contagi dobbiamo aspettarci?
Da queste considerazioni, ci possiamo aspettare una stagione influenzale di media intensità, con circa 5-6 milioni di casi di influenza vera e propria a cui si aggiungeranno gli 8-10 milioni di casi di altre malattie invernali trasmesse dai virus “cugini”.
Bisogna avere ancora paura del Covid?
Il Covid non ha una sua stagionalità, ma ogni anno si registra un picco di casi proprio nel periodo influenzale. Al momento le varianti Omicron sono dominanti e sempre più contagiose, anche se più “buone”, pur essendo ancora letali: non dimentichiamo che in Italia il Coronavirus uccide circa 150 persone ogni settimana. Per proteggersi, è indispensabile vaccinare anziani e fragili, fare il tampone e usare una giusta dose di buonsenso.
Perché la casa è un ambiente a rischio quando si parla di influenza?
La casa è sicuramente un luogo a rischio per due motivi. Il primo è, ovviamente, che si tratta di un luogo chiuso e spesso affollato. È chiaro che vivere da soli in un loft di 300 metri quadri e alto tre metri con un sistema di ventilazione non è come vivere in dieci in un bilocale.
Il secondo fattore di rischio è rappresentato dallo sbalzo termico che c’è tra una stanza e l’altra e tra l’interno e l’esterno. Quando ci esponiamo a uno sbalzo termico, blocchiamo un meccanismo di difesa delle prime vie aeree detto clearance mucociliare permettendo al virus di entrare nell’organismo. Ancora peggio se l’ambiente è caldo e umido, perché l’umidità facilita la diffusione del droplet che abbiamo imparato a conoscere con la pandemia.
Quindi il problema non è il freddo, come spesso si crede: anche vivere in un ambiente troppo caldo rappresenta un rischio?
Esattamente. Il problema è lo sbalzo termico, tant’è vero che la stessa situazione si ripropone “al contrario” d’estate quando si accende il condizionatore e la temperatura interna si abbassa rapidamente, mentre all’esterno le temperature sono molto elevate.
Ci sono zone della casa più a rischio?
No, il rischio è rappresentato dalla trasmissione per via aerea. Sulle superfici il virus sopravvive da qualche minuto a qualche ora, quindi sicuramente bisogna prestare attenzione anche a questo fattore, ma il rischio principale in tutti gli ambienti chiusi è legato alla ventilazione e al ricambio d’aria.
Come proteggersi?
Per proteggersi dall’influenza in casa la cosa migliore è aprire la finestra e ventilare spesso gli ambienti. Naturalmente, facendo attenzione a evitare lo sbalzo termico per le ragioni che abbiamo elencato prima.
Cosa fare se viviamo con una persona influenzata o se, al contrario, abbiamo contratto il virus e non vogliamo trasmetterlo agli altri membri della famiglia?
Le mascherine, che abbiamo imparato a conoscere e usare durante il Covid, sono utili sempre in caso di malattie respiratorie, perché proteggono dal contagio tramite vie aeree. Nei Paesi orientali sono molto più diffuse che in Occidente proprio per proteggere sé stessi e gli altri dalle malattie.
Naturalmente, attenzione all’igiene delle mani: abbiamo imparato con il Covid l’importanza di lavarle quando rientriamo a casa. Se si ha la possibilità di farlo, è buona pratica utilizzare servizi igienici distinti tra inquilini sani e malati.