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Il Vicolo dei Lavandai, nel cuore dei Navigli di Milano, rappresenta un pezzo di storia viva della città. Questo stretto passaggio conserva intatte le tracce del passato, quando le lavandaie lavoravano lungo le rive dei canali, trasformandoli in un teatro di attività frenetiche e colori vivaci. In questo articolo esploreremo il fascino e la storia di questo angolo suggestivo di Milano, dalle sue strade lastricate alle storie che si celano dietro di esse.
Il Vicolo dei Lavandai offre un’autentica immersione nel patrimonio culturale e storico dei Navigli, invitando i visitatori a rivivere un capitolo dimenticato della vita milanese.
La storia del Vicolo dei Lavandai
Il Vicolo dei Lavandai, noto in dialetto come Vicol di Bugandee (derivante da “bugada“, ossia bucato), racchiude un pezzo di storia legato alle attività di lavanderia che un tempo animavano la zona. Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, lungo il ruscelletto alimentato dal Naviglio Grande, le lavandaie si dedicavano al lavaggio dei panni delle famiglie benestanti milanesi.
Inginocchiate sui piccoli cassoncini di legno chiamati “brellin“, utilizzavano una pasta semidensa chiamata “palton“, composta da cenere, sapone e soda, per lavare, strizzare e sbattere gli indumenti. In alcuni casi, per i tessuti più delicati, la biancheria veniva preventivamente lasciata in ammollo per 24 ore in un impasto di escrementi di vacca e di bue, con l’aggiunta di liscivia. Presso il civico numero 6 del vicolo, è ancora possibile ammirare la centrifuga, risalente al 1900, che veniva usata per strizzare i panni.
Già nel Settecento l’attività di lavaggio dei panni era gestita dalla Confraternita dei Lavandai di Milano. Tuttavia, a partire dall’inizio del Novecento, l’attività di lavanderia veniva principalmente gestita dalle donne, mentre gli uomini si dedicavano al trasporto dei panni sporchi e alla gestione finanziaria. Questa transizione ha portato molti milanesi ad appellare il vicolo con il nome più appropriato di “Vicolo delle Lavandaie”.
Com’è oggi il Vicolo dei Lavandai e cosa si può vedere
Il Vicolo dei Lavandai è rimasto in attività fino alla fine degli anni 50, quando nelle abitazioni fecero la loro comparsa le prime lavatrici. Oggi si può visitare la piazzetta che si apre alla fine del vicolo, che in passato fungeva da punto di scarico per le merci trasportate dai barconi fino alla Darsena, quando i Navigli erano ancora vitali vie commerciali.
La tettoia che ricopriva il punto di lavaggio è ancora in ottime condizioni; questo scorcio di mondo antico è il luogo più amato dai milanesi, secondo un sondaggio condotto dal sito del Corriere della Sera.
Il Vicolo ospitava anche un’antica drogheria che forniva sapone, candeggina, spazzole e altri strumenti necessari per il bucato alle lavandaie. I locali della vecchia drogheria, gestita da Maria Bambina fino agli anni ’50, oggi ospitano il ristorante e il cafè “El Brellin” che hanno mantenuto intatta l’atmosfera del luogo e del tempo, con camini e soffitti a cassettoni.
Dove si trova e come arrivarci
Questo piccolo e suggestivo scorcio milanese si trova nel quartiere di Porta Genova, sull’Alzaia del Naviglio Grande. Per raggiungerlo potete scendere alla fermata del treno o della metropolitana (linea verde, M2) di Porta Genova e dopo pochi passi raggiungerete il Vicolo dei Lavandai. In alternativa, potete prendere gli autobus 47, 68, 90, 91, 94, che fermano all’omonima stazione.