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La vera urgenza per l’Italia e per gli altri Paesi europei è mettere in campo immediatamente delle soluzioni per abbassare il prezzo delle bollette arrivate a costi stratosferici, a causa dell’aumento del costo del gas. E, mentre stanno chiudendo molte attività commerciali e piccole realtà produttive, non è ulteriormente procrastinabile una soluzione alle bollette fuori controllo.
Price cap, dal vertice di Praga al Consiglio europeo del 19-20 ottobre
Si è concluso da poco il vertice di Praga tra i 27 leader UE, dove la riduzione dei prezzi del gas è stata elevata ad obiettivo comune e il price cap, argomento tabù prima dell’estate, è risultata come un’opzione percorribile.
Da qui, al Consiglio europeo del 19 e 20 ottobre toccherà alla Commissione e alla presidenza ceca trovare il bandolo della matassa. Con un’appendice: in due settimane Bruxelles è chiamata a decidere, questa volta senza dilazioni. Il vertice di Praga partiva da un’Europa, sul fronte energia, spaccata come mai dall’inizio della guerra in Ucraina. Anche per questo, Ursula von der Leyen si è trovata costretta a mettere sul tavolo non una, ma diverse proposte.
Innanzitutto, la Commissione punta a rendere obbligatori gli acquisti comuni di gas già dalla prossima primavera. Il price cap – o meglio, i price caps – che stanno prendendo forma a Bruxelles sono invece diversi:
- Un primo tetto è da negoziare con i fornitori “amici”, Norvegia e Usa in testa.
- Un secondo cap è quello applicabile al prezzo del gas che concorre a formare il prezzo dell’elettricità.
- C’è, infine, l’obiettivo di “limitare il prezzo del gas in modo da portare i picchi e la speculazione fuori dal prezzo a livello del Ttf“, come ha spiegato la presidente della Commissione.
Price cap flessibile: una soluzione secondo Roma?
Ed è al price cap flessibile – o corridoio dinamico – che invece punta Roma. Contando sul fatto che anche alla Commissione ora è chiaro come l’indice Ttf di Amsterdam sia foriero di svantaggiose “speculazioni“.