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Il tema delle smart city è molto attuale e si lega ai concetti di innovazione, tecnologia, digitale e rigenerazione urbana.
Anche molte città italiane si stanno muovendo in questa direzione, grazie all’impegno delle pubbliche amministrazioni e ciò, producendo delle importanti trasformazioni legate alla digitalizzazione e alla sostenibilità sulla società, inciderà sempre di più anche sulla vita quotidiana dei cittadini.
L’evento “Le città possibili”
Si è tenuta a Trieste, nella sede dell’Urban Center, la seconda tappa del ciclo dei cinque incontri “Le città possibili“, promosso dalla Fondazione Italia Digitale, in collaborazione con Municipia SpA – Gruppo Engineering.
L’iniziativa si propone di incontrare le realtà urbane italiane che si stanno distinguendo per i processi di trasformazione digitale e che stanno dimostrando impegno e sensibilità verso questo tipo di percorso di innovazione.
L’incontro, svoltosi a Trieste poche settimane fa e patrocinato dal Comune, si intitolava “Trieste smart city al centro dell’Europa” e ha riguardato i cambiamenti innovativi in atto nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia e l’analisi delle azioni concrete per lo sviluppo di una smart city e per la realizzazione della transizione digitale.
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Il modello di Trieste
Trieste è sinonimo di eccellenza a più livelli: non solo è al primo posto nella classifica italiana delle città con la migliore qualità di vita, ma nel 2020 ha anche ottenuto dall’UNESCO il riconoscimento di Learning City.
La città è infatti sede di un’importante università ed è polo scientifico e tecnologico internazionale grazie alla presenza di Area Science Park, ICTP (International Centre for Theoretical Physics), ICGEB (International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology), SISSA (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati).
La stessa struttura che ha ospitato l’evento, l’Urban Center, aperto nel 2020 grazie al partenariato tra pubblico e privato, si pone come elemento centrale di questi processi di innovazione: in esso si sono svolti in soli due anni circa 200 eventi con la partecipazione di 6000 persone e soprattutto accoglie 19 startup, 17 italiane e 2 slovene, le cui attività riguardano prevalentemente i settori digital hightech, biomedicale, digital health e biotecnologia; inoltre il FabLab, situato al piano terra dell’edificio, ha ospitato 80 incontri di prototipazione digitale ed è sede di laboratori che mettono a disposizione di tutti tecnologie innovative.
Trieste ha anche acquisito una importante posizione geopolitica e, grazie al coordinamento tra Regione e Autorità Portuale, sta costruendo un sistema di logistica rigenerando completamente il Porto Vecchio, risalente alla seconda metà dell’Ottocento e dotato di un’area di circa 617.000 metri quadrati occupata da strutture portuali, hangar, magazzini e attrezzature, oggi in dismissione.
La riqualificazione, attraverso i fondi del PNRR, non avverrà solo a livello di spazi e funzioni, ma anche nell’ottica dell’ecosostenibilità e darà al porto un’impronta internazionale, trasformandolo in attrattore culturale, turistico e scientifico, anche grazie a una serie di progetti previsti, quali la realizzazione di un museo del mare e la creazione di un bosco urbano in grado di autorigenerarsi.