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La casa di Barbie, la famosa bambola creata dall’azienda americana Mattel, è stata immaginata secondo i canoni estetici di alcuni dei più grandi architetti del mondo.
Questo divertente esperimento è stato possibile grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale, che ha costruito virtualmente la casa della bambola più amata dalle bambine di tutto il mondo.
La storia della casa di Barbie
Il suo nome completo è Barbara Millicent Roberts: la celebre Barbie nasce nel 1959 nell’immaginaria cittadina di Willows, nel Wisconsin, Stati Uniti.
Dopo il diploma alla Willows High School, all’età di 19 anni, diventa indipendente e va a vivere nel suo primo appartamento: nasce così la Casa di Barbie.
Nel libro della Mattel Creations intitolato “Barbie Dreamhouse An Architectural Survey”, è possibile vedere come è questa prima casa: realizzata in cartone, la casa ha pareti gialle, decorate con i gagliardetti del college, e un letto singolo.
Successivamente vengono immaginate altre case sempre più sofisticate.
Nel 1974 viene creata la Barbie Townhouse, ispirata alla Maison Dom-Ino di Le Corbusier, e nel 1990 nasce la Magic Mansion, dominata dal colore rosa e fucsia.
Le case create dall’Intelligenza Artificiale
Grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale con il software Stable Diffusion, sono state immaginate le case della famosa bambola come sarebbero state create dai più famosi architetti e designer:
- Oscar Niemeyer, l’architetto brasiliano, avrebbe realizzato per Barbie un edificio moderno e luminoso basato sui principi del Razionalismo, in cui avrebbero giocato un ruolo importante gli arredi e l’uso di vetro e cemento;
- Le Corbusier avrebbe puntato sugli angoli retti e sui suoi tipici colori;
- Santiago Calatrava avrebbe immaginato una sorta di cabina di nave con la prevalenza del tema marino;
- Frank Gehry avrebbe puntato sull’uso delle curve e sul colore viola;
- l tedesco Mies van der Rohe, rappresentante del Razionalismo architettonico, avrebbe scelto i toni naturali per una casa sviluppata su più altezze;
- Luis Barragán, viceversa, avrebbe preferito i volumi bassi e orizzontali e le tinte mediterranee;
- il giapponese Tadao Ando avrebbe scelto elementi minimalisti e semplici, combinando acqua, luce e forme naturali;
- Lina Bo Bardi avrebbe puntato su un mix di colori e sull’effetto sorpresa;
- Zaha Hadid avrebbe costruito un edificio con gli elementi curvilinei come protagonisti;
- Frank Lloyd Wright avrebbe realizzato una struttura bassa e integrata nell’ambiente e ricca di verde.
Immagini in alto e nell’articolo – Credits to AD Italia