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Conosciuta come la piccola Versailles italiana, la Reggia di Colorno (in provincia di Parma) racchiude un patrimonio artistico eccezionale e delle bellezze architettoniche con un passato tutto da raccontare.
Ecco (in sintesi) la sua storia avvincente e perché merita senza dubbio una visita.
Lo stile di Versailles
Nel XVI secolo, la contessa Barbara di Sanseverino ristrutturò la Reggia, trasformandola in un palazzo impreziosito da dipinti dal valore inestimabile, realizzati da Tiziano, Correggio, Mantegna e Raffaello.
Alla sua decapitazione, la proprietà passò ai Duchi di Parma e Ranuccio II commissionò all’architetto Ferdinando Galli da Bibbiena i lavori di ristrutturazione.
Nel 1749, Filippo di Borbone scelse l’architetto Ennemond Alexandre Petitot che ricalcò lo stile della reggia di Versailles per rendere omaggio a Luisa Elisabetta, moglie di Filippo.
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Il “Palazzo Imperiale”
La Reggia passò al successore di Filippo, ovvero Ferdinando di Borbone che, essendo molto religioso, fece costruire l’oratorio di corte di San Liborio e il convento dei Domenicani.
Lo stesso commissionò anche una biblioteca, che annovera circa 6000 volumi e un osservatorio astronomico.
Alla sua morte, il Ducato di Parma venne annesso alla Francia da Napoleone. Dichiarato “Palazzo Imperiale” dallo stesso, egli apportò nuovi lavori e in seguito al Congresso di Vienna, il ducato passò a Maria Luigia d’Austria che lo impreziosì con un bellissimo giardino in stile francese.
Il Palazzo, dopo essere stato ceduto dai Savoia al Demanio dello Stato italiano, nel 1870 divenne proprietà della provincia di Parma. Gran parte del mobilio venne ricollocato tra i palazzi dei Savoia, la Palazzina di Stupinigi, il Quirinale, Palazzo Pitti a Firenze e il Palazzo reale di Torino.
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Il Piano nobile
All’interno di questo spazio, è possibile ammirare innumerevoli bellezze come: i pavimenti in marmo, le porte con serrature in bronzo, gli affreschi, gli stucchi e i camini in pieno stile rococò.
La Gran Sala, progettata nel 1753 dall’architetto Ennemond Alexandre Petitot, oltre a essere l’ambiente di spicco, catalizza l’attenzione dei visitatori grazie alla maestosa bellezza e alla precisione degli innumerevoli dettagli architettonici.
L’evoluzione dei giardini
Le prime notizie del giardino, che si trova attorno alla Reggia, risalgono al 1480 ad opera di Roberto Sanseverino.
Il “Grande Parco” venne realizzato da Francesco Farnese e ideato da Ferdinando Galli Bibiena, che coniugò alla perfezione lo stile del giardino all’italiana con quello alla francese.
Nel corso della prima metà del Settecento, il giardino venne modificato seguendo i dettami della cultura prettamente francese e nel 1816 Maria Luigia d’Austria trasformò il giardino in parco all’inglese.
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