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L’Italia è al terzo posto nel mondo per consumo di acqua in bottiglia. Il mercato italiano delle minerali è leader storico con un fatturato che nel 2023 è ulteriormente cresciuto dell’8% (dati Beverfood). Un giro d’affari che vale 3,1 miliardi di euro. Ogni anno vengono confezionati 16,5 miliardi di litri di acqua. L’ottima salute di questo business si spiega nelle centinaia di sponsorizzazioni visibili durante i grandi eventi sportivi.
Più problematico è invece l’aspetto legato all’acqua pubblica, che dipende in gran parte dall’efficienza dell’infrastruttura. Oltre un terzo dell’acqua immessa va perduto.
Quanta acqua si spreca in Italia
I dati Istat mettono in luce queste contraddizioni: nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi al giorno per km di rete nei capoluoghi di provincia e città metropolitana.
Si perdono 236 litri di acqua del rubinetto per abitante, mentre sappiamo dai dati Censis che gli italiani bevono 206 litri di acqua in bottiglia all’anno. Due dati che sembrano compensarsi tra loro.
Sono circa 49 milioni gli italiani che bevono acqua in bottiglia: 8 milioni in più rispetto a 20 anni fa.
Insomma, l’acqua che si perde negli acquedotti è la stessa quantità che beviamo ogni giorno acquistandola in bottiglia. Come si spiega tale fenomeno?
Ancora una volta i numeri dell’Istat ci danno la risposta:
- A oggi il 28,5% delle famiglie italiane non si fida a bere acqua del rubinetto (la quota era del 40,1% nel 2002);
- Nel 2020 erano 605mila i residenti nei Comuni capoluogo di regione e provincia autonoma non collegati al servizio pubblico di depurazione;
- Una famiglia italiana spende mediamente, al mese, 14,68 euro per la fornitura di acqua a casa, e 12,56 euro al mese per l’acqua in bottiglia.
Gli italiani non si fidano ancora dell’acqua del rubinetto. Uno dei miti da sfatare.
L’acqua del rubinetto fa male?
Il Libro Bianco “Valore acqua per l’Italia” è la fotografia più recente di come la popolazione italiana non abbia totale consapevolezza del patrimonio idrico nazionale. Malgrado i cambiamenti climatici, il nostro Paese ha numerose risorse idriche, che si perdono tra l’inefficienza delle infrastrutture e le false convinzioni popolari. Solo il 29,3% della popolazione italiana beve acqua da rubinetto (dati del 2022, Libro Bianco). L’acqua proveniente dal rubinetto viene ritenuta di scarsa qualità.
La parola degli esperti può aiutarci a rivedere la nostra percezione.
In realtà, osservano dalla Fondazione Umberto Veronesi, “come l’acqua minerale in bottiglia proviene da ambienti geologici ben definiti, naturalmente protetti, incontaminati e controllati periodicamente, anche le acque di acquedotto provengono per l’84,8% da falde sotterranee, anch’esse naturalmente protette. In entrambi i casi, prima di essere immesse nel mercato queste acque sono sottoposte a controlli rigorosi e se necessario a processi di purificazione, in modo tale da garantire un’acqua che sia sicura per il consumatore”.
Può tuttavia accadere che gli impianti e le tubature delle case non riescano a garantire la totale sicurezza dell’acqua di rubinetto. In questi casi potrebbe essere una buona soluzione quella di far valutare l’impianto, soprattutto nel caso di appartamenti e case vecchie.
I vantaggi di bere acqua del rubinetto
In definitiva, orientarsi verso l’acqua di rubinetto presenta dei vantaggi, tra cui:
- Riduzione di plastica monouso;
- Riduzione delle emissioni CO2 legate al trasporto delle bottiglie e al loro smaltimento;
- Risparmio per le famiglie.
Come capire se l’acqua del rubinetto è buona
L’acqua del rubinetto in Italia è di qualità medio-alta, perché i criteri adottati dal Ministero della Salute italiano per i controlli di qualità e i monitoraggi sono molto più restrittivi di quelli in vigore negli altri Paesi dell’Unione europea. Nel nostro Paese la compromissione delle acque potabili destinate ad uso domestico è molto rara. Per togliersi qualsiasi dubbio o scrupolo, sono sufficienti piccoli accorgimenti in casa. Ecco quali.
- L’acqua del rubinetto buona deve essere limpida;
- Si possono richiedere test e analisi, inoltre i siti istituzionali pubblicano i dati sullo stato dell’acqua potabile (Qui per maggiori informazioni);
- L’acqua non deve emanare odori particolari. La presenza del cloro significa che l’acqua domestica ha subito un processo di disinfezione;
- Pulire con frequenza i filtri, soprattutto nelle vecchie abitazioni;
- Utilizzare caraffe filtranti o installare filtri da rubinetto;
- L’acqua troppo dura, ossia ricca di sali di calcio e magnesio, non è sintomo di scarsa qualità;
- Approvvigionarsi alle case dell’acqua ormai presenti quasi in tutti i comuni d’Italia.