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Di luoghi abbandonati il Belpaese è pieno: scheletri di cemento, pareti ricoperte dall’edera, grandi contenitori più o meno devastati, edifici abbandonati precocemente. Alcuni sono avvolti da un alone di mistero, altri diventano ricoveri di fortuna per persone emarginate ed altri ancora delle discariche.
Le cause del declino di queste strutture sono diverse, tra cui i cambiamenti nei modi di concepire la società ed abitare, l’evoluzione degli standard edilizi, l’inadeguatezza delle condizioni di contorno ad imponenti opere, mancanza di gestioni lungimiranti e la fiducia mal riposta nella capacità di un progetto di rinascere oltre all’uso iniziale.
L’identikit di questi edifici abbandonati presenta caratteristiche ricorrenti: sono opere dal forte carattere espressivo, in molti casi progettati da celebri architetti del Novecento, sono stati spesso destinati ad usi straordinari, e sovente sono stati testimoni di un cambiamento sociale che li ha inizialmente portati sotto le luci della ribalta per poi relegarli nell’oblio.
Architetture abbandonate: la top 10
Mercato Ittico di Napoli
Si tratta di una delle maggiori testimonianze di Luigi Cosenza che aderisce ai principi del razionalismo. Il mercato coperto è costituito da un’ampia sala per la contrattazione e una serie di spazi lungo il perimetro dedicati alla vendita. La volta a tutto sesto poggia su archi reticolari in ferro mentre le larghe feritoie sono in vetro-cemento. Sebbene esso sia oggetto di progetti di recupero con azioni di bonifica in corso, le cronache riportano atti di occupazione illegali.
Villa dei direttori dello zuccherificio
Posto nei pressi di Mantova e progettato da Renzo Zavanella, è un esempio di razionalismo nautico. Venne dedicato ad essere la residenza dei direttori del complesso industriale e presenta soluzioni d’avanguardia come il salone a doppia altezza e le nicchie per armadi ad incasso o le intercapedini tra due pareti in calcestruzzo armato per formare le chiusure. Sono in corso interventi di recupero.
Colonia Varese
A Cervia, questa colonia poteva ospitare fino ad 800 bambini. Il complesso si inseriva in un’area verde con uno schema planimetrico simmetrico: un corpo centrale adibito alla distribuzione e poi padiglioni laterali con camerate e spazi di servizio. Lo spazio venne occupato dai tedeschi per poi cadere in disuso fino a diventare set cinematografico per La ragazza di latta e Zeder.
Istituto Marxer
Quest’opera localizzata a Torino rappresenta un raro esempio di architettura brutalista. Venne commissionata da Adriano Olivetti per la ricerca e la produzione farmaceutica della sua azienda e il complesso si articola in due volumi principali: uno con uffici, laboratori ed impianto produttivo e l’altro con mensa e altre funzioni accessorie. Venne abbandonato e divenne teatri di atti vandalici.
Foro Boario
Nasce a Padova per ospitare attività di scambio ed esposizione di bestiame. La struttura vede la ripetizione di uno stesso modulo geometrico sia in orizzontale che in verticale per dare origine ad un ampio e luminoso spazio coperto. Nonostante abbia brillato in passato per la sua architettura all’avanguardia con tanto di premi ed interesse del MoMa di New York, è tutt’oggi in disuso ed è al centro dell’interesse di Lille Leroy Merlin.
Ufo Bar
Sulla litoranea in uscita da Salerno, si trova quello che fu un piccolo locale notturno oggi abbandonato. Venne disegnato da Giovanni Giannattanasio ed ha la forma di una sfera con dei piccoli oblò come fori. L’ingresso è segnato da muri obliqui e l’interno rimanda alle taverne Tatoonie di Star Wars. E’ stato chiuso dalle autorità per attività illecite al suo interno.
La Cupola
A Sassari, questa avveniristica costruzione sferica in calcestruzzo armato inserita nel panorama marino circostante rimanda al sogno di una casa sul mare in una natura selvaggia con la prospettiva di un architetto visionario. Il progetto, coperto dal brevetto Binishell, catturò l’attenzione di Michelangelo Antonini e Monica Vitti ma, con la rottura del rapporto tra i due, anche la struttura decadde e venne abbandonata.
Stazione di Milano San Cristoforo
L’ampliamento della stazione San Cristoforo venne commissionata per ospitare un terminal per trasportare automobili private tra Milano e Parigi. La costruzione non venne mai completata fino al suo completo abbandono.
Consonno
Nei primi anni Sessanta, Mario Bagno acquistò quest’area con l’idea di trasformarla in una città dei balocchi. Ospitava infatti negozi, ristoranti, aree sportive, una balera, un hotel di lusso, un luna park, uno zoo e persino un castello medievale! A causa di una frana che mise in luce i problemi di dissesto idrogeologico causati dalla cementificazione incontrollata, la struttura risultò isolata ed iniziò il duo declino.
Complesso residenziale Marina Grande
Il progetto consisteva in una urbanizzazione della pineta di Arenzano in Liguria. Il progetto consisteva in 300 metri di negozi, strade, spazi pubblici, servizi, parcheggi e residenze organizzati su corpi basamentali a blocchi che interessano il litorale su più piani. Da anni è abbandonata e gli interessi diversi delle parti in causa stanno rallentando le opere di recupero funzionale.