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Per la prima volta dal 2009 i prezzi delle case stanno risalendo. È quanto emerge dal sondaggio effettuato da Banca d’Italia, con Agenzia delle Entrate e Tecnoborsa, su 1.425 agenzie di tutto il Paese sul mercato delle abitazioni.
Le opinioni raccolte sono lo specchio di aree molto vaste e sono quindi da interpretare come andamento medio del mercato: alcune città, ad esempio Milano, dal 2009 a oggi, più che un calo generale dei prezzi di vendita seguito poi da una crescita, hanno vissuto una ripresa non omogenea, molto marcata in alcuni quartieri e meno in altri, soprattutto negli ultimi trimestri.
Un nuovo scenario da interpretare
A fronte di quanto emerso si respira l’attesa di una leggera ripresa delle quotazioni. Ma alcuni segnali, forse, consigliano di smorzare un po’ l’entusiasmo e tornare con i piedi per terra, vediamo quali:
- lo sconto rispetto al prezzo richiesto è in lieve aumento, fatto che spesso si verifica a fronte da molte richieste esagerate rispetto alla qualità dell’immobile in questione;
- la domanda sta registrando una flessione;
- oltre il 70% delle transazioni sono assistite da mutuo, quindi un incremento dei tassi finirebbe inevitabilmente per avere conseguenze sul mercato.
Che effetti ha avuto la pandemia?
In merito agli effetti della pandemia sulla domanda di abitazioni il sondaggio mostra pareri contrastanti:
- il 35,2% degli agenti sostiene che ci sia stato un effetto positivo;
- il 35,6% che l’effetto sia stato negativo.
Inoltre un terzo dei broker sostiene che il Superbonus stia avendo un effetto positivo sul mercato, soprattutto per quanto riguarda le abitazioni indipendenti. Ma destinato a durare ancora solo pochi mesi, se il disegno di Legge di bilancio non sarà modificato dal Parlamento.
Il panorama di mercato
Complessivamente in Italia il 67,2% dei giudizi espressi in merito all’andamento dei prezzi si posiziona su un verdetto di stabilità. Solo il 16,7 dichiara di aver percepito un aumento e il 16,2 una diminuzione, con una concentrazione di chi esprime “aumento” nelle aree metropolitane e nelle grandi città.
La quota di chi dichiara il segno “più” nelle grandi città supera il 25% nel Nord Ovest e raggiunge il 29% nel Nord Est.
Buoni anche i risultati delle aspettative: il 54,7% delle compravendite concluse è stato siglato con uno sconto inferiore del 10% sul prezzo iniziale, considerando solo le grandi città si arriva a un 60% nella media italiana e a un 65% nel Nord Est e Nord Ovest.
Nelle aree dove le case costano di più c’è un conseguente aumento della richiesta del mutuo e sul piano nazionale il 71,3% delle vendite risulta assistito da un finanziamento, con alcuni picchi nelle aree urbane del Nord Ovest.