La carrozzeria Zanon, che aveva la sede in via Tortona 31 a Milano, ha venduto alla famiglia Rivetti, acquisizione fatta precedentemente all’acquisizione del brand Moncler.
Attraverso un’operazione estremamente cospicua (di cui la cifra esatta non è stata ancora confermata), la famiglia, nel consiglio di amministrazione del brand Moncler, è entrata così in possesso di circa 1.700 metri quadrati nel “Villaggio dello stile”.
Oltre agli spazi della carrozzeria Zannon, Moncler, per oltre 1 miliardo, ha rilevato anche il marchio d’abbigliamento Rivetti.
Il progetto? Per quanto la destinazione d’uso non sia ancora stata confermata, l’idea sarebbe quella di aprire al posto dell’ex opificio un museo e un ufficio-stile.
Il villaggio dello stile
Prima degli anni Ottanta, la zona compresa tra via Solari e il Naviglio Grande ospitava le sedi di grandi industrie: General electric, Ansaldo, Richard Ginori, Riva Calzoni. Ma in trent’anni si è totalmente reinventata, tanto da venir ribattezzata “Zona Tortona”.
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Nei suoi nuovi abiti e con attività destagionalizzate, la zona sembra come liberata dalla precedente etichetta di “mero distretto del Fuorisalone”, anzi il villaggio dello stile è ora meta ambita da molte grandi realtà:
- in via Bergognone si sviluppato il regno di Armani;
- all’Ansaldo hanno trovato terreno fertile realtà culturali come Base, il Mudec, i laboratori della Scala e il teatro delle marionette Colla;
- nell’area del Superstudio Più è stato inaugurato il museo-atelier Art di Flavio Lucchini;
- Adecco ha avviato il polo di formazione Phyd;
- l’hub digitale di Luxottica, che sarà aperto al pubblico, è quasi pronto per il suo debutto;
- la sede della Fondazione Ferrè che svolgerà il ruolo di futuro centro di ricerca per gli studenti del Politecnico.
Gisella Borioli, che ha visto la rinascita di via Tortona grazie al suo lavoro con il Superstudio, commenta così lo sviluppo di questa nuova realtà: “È l’evoluzione di un’area critica. Una volta c’erano solo spazi da riempire, oggi non ce ne sono più. La richiesta è forte, da imprese creative o hi-tech, o da studi professionali e fotografici. Il valore cresce: è un orgoglio, ma noi non venderemo mai“.