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Nascerà a breve il più grande monastero buddista tibetano d’Italia, grazie alla firma di una convenzione che di fatto rende il progetto operativo.
La costruzione sarà completata in tre anni e sorgerà sulle colline toscane non lontano da Pomaia, in provincia di Pisa.
Primo monastero buddista tibetano: la scelta della sede
La realizzazione del monastero è stata finalmente sancita dalla firma di una convenzione dopo ben 18 anni di attesa, dovuta a intoppi e lungaggini burocratiche e da un lungo iter urbanistico.
Si tratta di fatto del più grande monastero di tradizione tibetana costruito in Italia e probabilmente anche in Europa e ospiterà in totale cento monache e monaci.
La costruzione all’interno della frazione di Pomaia verrà realizzata in un luogo molto particolare, ossia direttamente sulla roccia dentro un’ex cava dismessa, e sarà ultimata entro tre anni.
La scelta della location non è casuale: qui, a soli due chilometri di distanza, ha già sede un istituto buddista, il Lama Tzong Khapa, nel quale si svolgono seminari, conferenze, corsi di formazione, che è stato visitato dallo stesso Dalai Lama e che risulta essere amatissimo dall’attore Richard Gere, che lo frequenta spesso.
Una struttura ecocompatibile
L’avvio a breve dei lavori è stato sancito dalla firma della convenzione urbanistica prevista dal piano attuativo tra il Comune di Santa Luce, in provincia di Pisa, e Massimo Stordi, presidente dell’Associazione Shanga, una Onlus composta da monache e monaci buddisti.
Si tratta del compimento di un lavoro iniziato nel 2017, proseguito con il piano operativo approvato nel 2019 e infine completato dal piano attuativo del 2021.
L’opera prevista sarà assolutamente ecocompatibile e sostenibile dal punto di vista ambientale e sarà realizzata come in Tibet sulla roccia utilizzando una cava abbandonata: sarà quindi recuperata un’area naturale di grande bellezza, che ha subito il trauma dell’escavazione.
Il progetto prevede una struttura ecologica che sarà in armonia con il territorio circostante e anche l’utilizzo di risorse energetiche naturali e pulite.
Il progetto dell’archistar dello Juventus Stadium, Gino Zavanella
Il progetto, già pronto e già dotato del piano di fattibilità, è firmato da Gino Zavanella, uno dei più grandi architetti italiani, autore dello Juventus Stadium.
L’archistar Zavanelli ha accettato l’incarico non solo perché simpatizzante del pensiero buddista, ma anche per una questione di novità. Infatti, una volta inaugurato, si tratterebbe della prima struttura del genere in assoluto presente in Italia, dove esistono da molti anni svariati centri di meditazione, ma non un vero e proprio monastero.
L’edificio sarà composto da due ali separate, quella dei monaci e quella delle monache e delle cucine.
Sono previsti poi anche un tempio, una biblioteca e una residenza destinata all’abate, ossia il monaco responsabile. Il tutto sarà costruito a piccoli lotti e in modo graduale e andrà a far parte di un grande Parco della Contemplazione e della Pace, voluto dall’Amministrazione del Comune di Santa Luce.