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In mancanza di correttivi ci saranno nuovi rincari nelle bollette d’inizio anno. Lo ha spiegato Stefano Besseghini, amministratore delegato di Arera, durante l’audizione davanti alla X Commissione Attività produttive della Camera.
Le misure contro l’impennata del caro bollette
Il dirigente ha ricordato le manovre già effettuate dell’esecutivo per attutire l’impennata dei prezzi che si è registrata a fine luglio, con lo stanziamento in prima battuta di 1,2 miliardi di euro per finanziare la riduzione della componente Asos per il terzo trimestre di quest’anno (la voce che in bolletta è destinata a finanziare lo sviluppo delle energie rinnovabili) che, insieme ad altre misure di Arera, hanno ridotto l’aumento in bolletta al +9,9% (rispetto a un 20% se non si fosse adottata alcuna misura).
Inoltre, il nuovo intervento a fine settembre, da 3,5 miliardi di euro, ha permesso di abbassare l’effetto degli aumenti di luce e gas sulle bollette di 29 milioni di famiglie e su 6 milioni di utenze elettriche non domestiche.
Nuovi rincari per il primo quadrimestre 2022
L’Autority continua a essere preoccupata rispetto ai primi mesi dell’anno prossimo, per i prezzi dell’energia elettrica che in Europa, e in Italia in particolare, seguono i corsi del mercato del gas naturale. “Le quotazioni, pur con un leggero ribasso rispetto ai massimi delle scorse settimane – si legge nella memoria consegnata al Parlamento – vedono prezzi medi attorno a 170 euro per megawattora per tutto il periodo invernale, per poi scendere intorno ai 110 euro a partire da aprile 2022”.
Alla luce di questo andamento, secondo l’Autority, si preannuncia per il primo quadrimestre 2022 “un ulteriore, significativo, aumento dei prezzi per i servizi di tutela che determinerebbe criticità simili a quelle affrontate per il quarto trimestre 2021”.
In manovra il fondo da 2 miliardi
Il Governo ha fatto un primo passo, prevedendo all’interno dell’ultima legge di bilancio un fondo da 2 miliardi di euro per attutire possibili rincari. Viste le tensioni continue sui prezzi e considerati gli oneri tariffari Asos e Arim che confluiscono in bolletta, la dote prevista dal Governo rischia, comunque, di non avere una grande rilevanza.