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Il progetto per la riqualificazione dello stadio Artemio Franchi di Firenze, insieme alla riqualificazione dell’area di Campo di Marte se l’è aggiudicato lo studio Arup Italia, capitanato da David Hirsch che vede nel team anche altri noti studi professionali come Mario Cucinella Architects, Luciano Cuppelloni Systematica e Laura Gatti. Un gruppo interdisciplinare per una struttura sportiva che valorizzerà l’edificio del 1931 progettato da Pier Luigi Nervi, classificato come monumento nazionale. Tra le sue caratteristiche essenziali, Il progetto di Arup riduce al massimo l’impatto della copertura, ideata per le storiche tribune.
Progetto e tempistiche
Erano in concorso 31 progetti, fra cui 8 i finalisti. Palazzo Vecchio ha trovato le risorse, tra cui 95 milioni dal Recovery Fund e il Comune ne ha chiesti altri 50. Il nuovo stadio dovrà mantenere la torre di Maratona, le tribune e le scale elicoidali, mentre saranno create nuove curve davanti a quelle esistenti, spazi commerciali e un albergo.
La nuova struttura valorizza sia gli spazi tra le nuove e vecchie tribune che il sistema di ospitalità, restituendo nuova qualità e comfort all’impianto.
Nello spazio che si genera tra le due curve (quella nerviana e quella di progetto) si prevede un museo per spazi espositivi (Curva Ferrovia) e un Auditorium (Curva Fiesole).
I tempi sono stretti: i cantieri devono partire nel 2023 (probabilmente a ottobre) e chiudere entro il 2026.
Design e sostenibilità
Il nuovo Artemio Franchi avrà una copertura fotovoltaica che gli consentirà grande autonomia sotto il profilo energetico.
La sottile lama metallica rettangolare pensata per ridurre al minimo l’impatto visivo sullo skyline e celebrare l’orizzontalità dell’immagine del progetto di Pier Luigi Nervi rivestirà tutta la struttura esistente, fino al bordo del campo da gioco. Permetterà così di proteggere dagli agenti atmosferici anche le vecchie gradinate, e di minimizzare gli effetti del calore, facendo ombra anche su ampie porzioni del piazzale adiacente lo stadio. L’elemento fondante dell’approccio architettonico proposto è l’integrazione delle nuove volumetrie nel nuovo assetto del grande parco attrezzato, anche nei confronti del minimo impatto nei confronti del sito UNESCO rappresentato dal vicino centro storico.
Il parco
Il parco, della grandezza di 47 mila metri quadrati, rappresenta per l’ambiente circostante una bella boccata d’ossigeno.
È costituito da due grandi aree che si sollevano negli angoli estremi, come fossero spazi sospesi che dialogano con le strutture dello stadio e con l’ambiente circostante. Gli architetti interpretano il Campo di Marte definendolo come un ‘foglio naturale’ che diviene elemento di ripristino del paesaggio mitigando il consumo del suolo ricoprendo l’intera estensione con un parco.
Il sistema del parco attrezzato è il cuore del progetto, ed in esso, oltre alle funzioni principali, sono contenuti i principali presidi per contenere l’impatto ambientale, come un sistema di raccolta delle acque meteoriche, e la massiccia presenza di verde che ha la funzione di mitigazione delle temperature e dell’inquinamento.