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Palermo è stata una delle città maggiormente colpite dal fenomeno massivo di speculazione edilizia iniziato negli anni Cinquanta e andato avanti fino agli anni Settanta.
In questi anni, purtroppo, gran parte del patrimonio architettonico liberty del capoluogo siciliano è andato perduto, ma è ancora possibile osservare la sua magnificenza grazie a edifici superstiti come il Villino Florio all’Olivuzza.
La storia del villino Florio all’Olivuzza
Negli ultimi anni dell’Ottocento, in una Sicilia da poco venuta a far parte del Regno d’Italia, si è affermata una fortissima tendenza liberty di cui oggi purtroppo resta poco.
Il villino Florio all’Olivuzza ne è un esempio lampante, fatto costruire tra il 1893 e il 1898 dalla ricca famiglia Florio, per il giovane figlio Vincenzo.
Dove si trova?
Oggi, è possibile ammirare questo delizioso palazzetto liberty situato su Viale Regina Margherita al centro di Palermo.
Si trova a due passi dalla Zisa e dal parco Reale Normanno, il villino occupa un delicato angolo al centro della città senza dare troppo nell’occhio.
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Lo stile del villino Florio all’Olivuzza
Ernesto Basile, architetto artefice della costruzione del villino, è riuscito con incredibile successo ad armonizzare all’interno della struttura una grande varietà di stili diversi tra loro (medioevo siciliano, elementi classici e estetica liberty), dando alla costruzione un’armonia senza precedenti.
Ma oltre allo stile, la stessa struttura trasmette dinamismo ed eclettismo con elementi come la torretta circolare o gli arredi interni frutto di una armoniosa convivenza artistica.
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Il Villino Florio oggi
Nel primo quindicennio del Novecento, il villino viene abbandonato e rimane in stato di abbandono fino agli anni quaranta.
Nel 1984 infine, dopo anni di abbandono e speculazione edilizia, il villino viene acquistato dalla Regione Sicilia con l’intento di restaurare il palazzo e restituirlo alla cittadinanza.
Nel 2009 vengono ultimati i lavori di restauro e, grazie ad alcune innovative tecniche grafiche, è stato possibile ricostruire molto degli arredi interni andati distrutti nel corso di un incendio di natura dolosa avvenuto nei primi anni sessanta.
*Immagine in alto – Credits to Ioamolasicilia.com