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Raggiunto un accordo per il taglio dei consumi del gas nel prossimo inverno. L’Unione europea ha deciso per un taglio del gas del 15% ma ha anche previsto eccezioni e deroghe per alcuni Stati membri che si trovano in situazioni particolari.
Vediamo quali sono i termini dell’accordo che interesserà da vicino l’erogazione del gas anche in Italia per il prossimo autunno e inverno.
Il consiglio Ue ha concordato di ridurre la domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni con misure di propria scelta. Questo vuol dire che tutti i paesi dell’Unione europea cercheranno con i propri mezzi di arrivare a ridurre il consumo nazionale del 15%.
In Italia la riduzione è prevista per il 7%.
Eccezioni e deroghe previste nel piano di austerity
Sono state previste, durante il Consiglio Ue, anche delle eccezioni o deroghe.
Ad esempio sono ammesse eccezioni per gli Stati membri che non sono interconnessi alle reti del gas di altri Paesi europei e che quindi possono essere esentati perché non sarebbero in grado di liberare volumi significativi di gasdotti.
Sono ammesse eccezioni anche per i Paesi le cui reti elettriche non sono sincronizzate con il sistema europeo e dipendono fortemente dal gas per la produzione di elettricità. In questi stati togliere il gas sarebbe come lasciarli al buio.
Sono poi ammesse deroghe per stati membri che dispongono di interconnessioni limitate con altri Paesi membri e la cui capacità di esportazione di interconnettori o infrastrutture nazionali di Gnl vengono utilizzate per reindirizzare il gas verso i vicini europei.
Nei casi sopraelencati si può richiedere ad esempio che il taglio del gas scenda da -15 a -7%.
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La richiesta del Price Cap
Oltre al taglio del gas in arrivo, la Commissione europea ha anche valutato la possibilità di limitare l’aumento dei prezzi dell’energia. A tal fine ha supposto la possibilità di introdurre dei tetti temporanei– il Price Cap– ai prezzi delle importazioni a partire dal prossimo autunno.
Chi ha votato contro e chi a favore
Hanno votato a favore del piano di riduzione del gas tutti gli stati membri, ma non senza avanzare alcune criticità.
Ad esempio la Grecia ha reso pubblica una sua considerazione e i suoi dubbi sui sistemi utilizzati per il risparmio energetico e sulla capacità dei paesi membri di poter effettivamente contare sulla buona volontà dei cittadini di abbassare i termostati.
L’Ungheria si è detta contraria al piano di riduzione del gas. Il suo voto contrario non è stato sufficiente a bloccare l’avanzare della decisione, perché era sufficiente la maggioranza dei voti e non l’unanimità.
La motivazione del voto contrario di Budapest si spiega nelle parole del ministro degli Esteri Peter Szijjarto a Bruxelles: “Questa è una proposta ingiustificabile, inutile, inapplicabile e dannosa. Il piano ignora completamente gli interessi del popolo ungherese”.
L’Italia e il piano di riduzione del gas
Il piano di Austerity trova preparata l’Italia che subirà dunque il taglio della fornitura del gas, come deciso in Ue, che in parole semplici si spiega in una riduzione dell’erogazione di gas domestico per il riscaldamento.
Sarà comunque un intervento che non graverà sulle comodità degli italiani durante l’inverno. Si richiede solo più attenzione e rispetto per arrivare alla riduzione dei consumi di almeno il 7% rispetto ai 5 anni precedenti. Dopo la scelta della Commissione Ue, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, spiega: “Con i numeri e le regole stabilite dall’Ue noi dovremmo risparmiare circa il 7% rispetto alla media ponderata annuale degli ultimi cinque anni. Quando abbiamo fatto il piano di differenziazione del gas, spostando i 30 miliardi di metri cubi russi su altri fornitori, in particolare sull’Algeria, abbiamo già previsto un risparmio uguale o superiore a questo numero. Le nostre azioni sono compatibili con questo piano per cui ci riteniamo soddisfatti”.