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Non ci troviamo in un periodo semplice per l’economia globale. L’incertezza dovuta prima alla pandemia, poi alla guerra e alla conseguente crisi non lasciano grandi spiragli di ottimismo.
Questo vale anche per il mercato immobiliare di molti paesi, dove i prezzi delle case stanno scendendo.
La causa è l’aumento dei tassi di interesse, ossia la politica monetaria portata avanti dalle banche centrali di tutto il mondo per fermare l’aumento dei prezzi, che di fatto rende più cari i prestiti, tra cui i mutui per l’acquisto delle case. Ma anche l’Italia è tra questi paesi?
Mercato immobiliare: la situazione nel mondo
Il mercato italiano sembra al momento differenziarsi dagli altri, con una situazione abbastanza simile rispetto all’anno scorso.
Dopo un 2021 che è andato molto bene, la domanda di immobili è ancora piuttosto sostenuta.
Le compravendite sono in lieve calo ma i prezzi restano in aumento su tutto il territorio, soprattutto nelle grandi città. Si tratta di un’isola felice, perché la situazione immobiliare è abbastanza in crisi quasi ovunque, parliamo della metà dei 18 paesi monitorati dalla società di consulenza Oxford Economics.
In Canada e Svezia le quotazioni sono diminuite di oltre l’8% da febbraio; in Nuova Zelanda sono scese di oltre il 12% dal picco dello scorso anno. I prezzi hanno iniziato a scendere anche negli Stati Uniti, dove le quotazioni degli immobili residenziali sono scese dell’1,1% ad agosto rispetto al mese precedente.
È il secondo mese consecutivo in cui i prezzi delle case scendono e si tratta anche del calo più sostanzioso dal dicembre 2011.
Durante il periodo della pandemia i prezzi sono saliti: negli Stati Uniti, in Canada e nei Paesi Bassi sono aumentati di oltre il 30% dal 2020. Durante quel periodo i governi preoccupati hanno rimosso molte normative sui muti, agevolando l’acquisto, cosa favorita anche dalle maggiori somme di denaro accumulate dalle persone in lockdown.
Oggi, però, tutto è cambiato: negli Stati Uniti per esempio un anno fa un mutuo a tasso fisso a 30 anni costava meno del 3% in termini di interessi. Oggi è quasi il 7%.
Questo renderà più difficile potersi permettere un mutuo, sia per i potenziali acquirenti che ne devono sottoscrivere uno nuovo sia per chi ne ha già uno a tasso variabile.
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Il mercato immobiliare italiano
Fuori da queste dinamiche sembra esserci proprio l’Italia, che dopo aver concluso un 2021 record per numero di compravendite immobiliari, circa 750 mila, grazie a una sostenuta domanda di acquisti e a un sistema del credito molto accomodante, ha visto il suo settore immobiliare ancora in pieno sviluppo anche in questo 2022.
Per dare alcuni dati, nel primo semestre la stima delle compravendite è data in aumento del 12,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le cifre confermano che nel secondo trimestre di quest’anno i prezzi delle case sono aumentati del 2,3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 5,2 nei confronti dello stesso periodo del 2021.
L’aumento dei prezzi rispetto all’anno precedente dipende soprattutto dall’aumento delle quotazioni delle nuove abitazioni, che registrano un rialzo del 12%, principalmente a causa dei forti rincari dei materiali da costruzione e dell’energia.
A crescere sono anche i prezzi delle case già esistenti, segnale di una spinta ancora al rialzo del mercato immobiliare. Bisogna comunque essere prudenti nel giudicare la situazione italiana, per capire se sia del tutto diversa dalle altre.
I dati si riferiscono infatti al primo semestre, quindi bisogna attendere le conseguenze dell’aumento dei tassi anche sui mutui italiani.
Tuttavia, secondo il presidente del centro di ricerca Scenari Immobiliari, Mario Breglia, questa fase italiana positiva in realtà è solo un abbaglio, perché è legata a uno stallo del mercato italiano presente già da anni.
Negli Stati Uniti e nel resto d’Europa, negli ultimi 7-8 anni i prezzi sono molto saliti, mentre l’Italia ancora non si era ripresa dalla crisi del 2008. Sempre secondo Breglia, il mercato immobiliare starebbe tornando a quello degli anni ’90, un mercato per chi può permettersi di spendere di più.
Questa previsione non proprio positiva è contenuta anche nel rapporto per il 2022. Tuttavia, la crisi ha avuto per il momento un impatto non così forte sull’economia italiana: il 3,7 per cento dei nuclei familiari sta attualmente cercando una casa da comprare e un altro 9,6 per cento si dichiara intenzionato ad avviare la ricerca entro l’anno.
Si resta in allerta, perché prima o poi a risentire delle difficoltà economiche globali saranno anche i mutui: secondo l’ultimo bollettino dell’Associazione Bancaria Italiani, i tassi sui nuovi mutui per la casa, a settembre, sono saliti lievemente, al 2,17 per cento dal 2,07 di agosto, ma sono quasi raddoppiati dall’1,39 per cento dello scorso anno.
In altre parole, per ora ci salviamo, ma non possiamo essere sicuri che la crisi immobiliare non colpisca anche l’Italia.