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Nell’ambito delle categorie catastali, la categoria D3 identifica una serie di edifici particolari, tutti aventi scopo di lucro o commerciale.
Conoscere la categoria di appartenenza è molto importante per il calcolo di imposte e tasse. Vediamo, quindi, quale tipologia di immobili comprende la categoria catastale D3 e quali sono i loro requisiti.
Categoria catastale D3: cosa comprende
Ai fini della classificazione catastale, gli immobili sono suddivisi in diversi grandi gruppi che individuano le differenti tipologie di fabbricati, per esempio: il gruppo A indica le abitazioni, il gruppo C include i locali commerciali i magazzini e i laboratori, la classe F le entità urbane.
Il gruppo D identifica gli immobili cosiddetti a destinazione speciale, che abbiano un fine produttivo o terziario. Comprende (solo per citarne qualcuno) edifici, quali:
- stabilimenti industriali;
- alberghi;
- ospedali e case di cura;
- istituti di credito;
- fabbricati per l’esercizio dello sport;
- fabbricati rurali.
All’interno del gruppo D, la categoria catastale D3 comprende teatri, sale per concerti e spettacoli. Fanno parte di questa categoria anche gli edifici affini, come:
- le arene;
- le discoteche;
- i parchi zoo;
- i parchi giochi;
- gli zoo safari.
Quali sono le caratteristiche della categoria catastale D3
La condizione necessaria affinché queste tipologie di strutture rientrino nella categoria D3 è costituita dal fatto che gli immobili destinati a tali attività abbiano fini di lucro e commerciali, cioè che al loro interno siano effettivamente esercitate queste funzioni e che i proprietari degli immobili siano anche i gestori delle attività stesse.
Tali aspetti risultano molto importanti per sapere quali sono le imposte e le tasse a cui sono sottoposti questi tipi di edifici.
In particolare, l’IMU (l’Imposta Municipale Unica) e che va pagata per tutti gli immobili di proprietà, si calcola partendo appunto dalla categoria e dalla rendita catastale dell’edificio, che va rivalutata del 5%, dopodiché al risultato va applicato il moltiplicatore corrispondente alla categoria, che nella fattispecie è 65.
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Va ricordato infine che, a seguito della pandemia da Covid 19, i vari Governi che si sono succeduti hanno previsto in appositi decreti l’esenzione dal pagamento dell’IMU per cinema, teatri e sale da concerto, cioè per tutte quelle attività fortemente colpite dalla crisi economica e rimaste a lungo chiuse per via delle restrizioni e delle limitazioni.
L’esenzione ha riguardato l’anno 2020 e poi è stata prorogata anche le annualità 2021 e 2022.