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Il Campanile di San Marco, conosciuto affettuosamente con il nome di “Parón de casa” di Venezia, crollò la mattina del 14 luglio 1902, privando la città di uno dei suoi simboli più caratteristici e rappresentativi. Questo drammatico evento fu un momento critico nella storia di Serenissima e nella vita quotidiana dei suoi abitanti. Scopriamo insieme perché avvenne.
La storia del crollo del Campanile di San Marco
Nella sua forma più antica, la costruzione del Campanile di San Marco viene fatta risalire all’epoca romana. L’origine più recente della struttura, poi divenuto campanile, si colloca invece tra l’888 e il 1032. Nel corso dei secoli ricoprì vari ruoli: torre di vedetta, torre campanaria, punto di avvistamento per i frequenti incendi in città e punto di riferimento nella vita quotidiana dei veneziani, con lo scandire del tempo del suo orologio ha riunito sotto di sé le principali attività commerciali e amministrative di Venezia.
Tuttavia, per non restare un passo indietro rispetto all’evoluzione architettonica della città e degli edifici con cui condivideva la piazza (la sfarzosa Basilica di San Marco e il raffinato Palazzo Ducale), il campanile fu soggetto a numerosi interventi, che accumulandosi, iniziarono ad alterarne la stabilità e a causare il crollo del 1902. Ai danni causati dai fulmini si aggiunsero anche quelli strutturali, e nell’Ottocento dopo la caduta della Repubblica Serenissima, gli edifici di Venezia caddero in un generale stato di abbandono.
Il 14 luglio 1902, con pochi avvertimenti se non alcuni segnali di cedimento iniziati giorni prima , il campanile crollò. Fortunatamente non ci furono vittime, ma solo danni contenuti agli edifici circostanti, grazie all’evacuazione tempestiva delle poche persone presenti nella piazza. I danni furono limitati alla distruzione della loggetta ai piedi del campanile e a un angolo della Biblioteca Nazionale Marciana.
La risposta di Venezia
Subito dopo il crollo, la sera stessa, il comune si riunì in emergenza, deliberando la ricostruzione immediata e stanziando i fondi. Il 25 aprile 1903, nel giorno di San Marco, il sindaco di allora Filippo Grimani, tenne il celebre discorso in occasione della posa della prima pietra: “Dov’era e com’era”, un motto che rappresentava appieno il desiderio della città di ricostruire subito il proprio aspetto storico. Il nuovo campanile fu inaugurato il 25 Aprile del 1912.
Benché l’aspetto rimase più o meno invariato, vennero utilizzate tecniche di costruzione e materiali nuovi, ampliando le fondamenta da 220 a 410 mq per distribuire meglio il peso. Furono inoltre aggiunti 3.000 pali, lunghi 4 mt. ciascuno, a quelli vecchi piantati nel terreno riempiendo lo spazio tra un palo e l’altro con gettate di cemento e pietrisco.
Implicazioni del crollo
La caduta del campanile fu un campanello d’allarme per Venezia, che evidenziò la necessità di porre maggiore attenzione alla cura dei suoi monumenti storici, considerando oltretutto la peculiarità e le caratteristiche del sito su cui essa sorge. Il crollo fu quindi anche un momento di riflessione e un’occasione per rivalutare a fondo come gestire la conservazione del territorio e il patrimonio culturale della città.
Il crollo del Campanile di San Marco è stato un evento significativo nella storia di Venezia. Oggi, il campanile ricostruito, continua a dominare la piazza San Marco, simbolo della resilienza e del patrimonio culturale di Venezia e dei suoi cittadini.