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Da sei mesi a questa parte il tema dell’energia è diventato uno dei più scottanti dell’anno. L’invasione dell’Ucraina infatti ha portato a delle tensioni fra l’Unione Europea, facente parte della Nato, e lo Stato governato da Putin.
Questo avvenimento storico ha peraltro messo in luce la dipendenza di alcuni membri dell’UE dalle forniture energetiche russe. L’Italia è uno di questi e per questo tutti i consumatori, quindi le grandi aziende e i privati, hanno risentito di enormi spese solo per illuminare e riscaldare gli ambienti.
Con l’inverno alle porte il governo sta cercando di prendere dei provvedimenti. Vediamo insieme quali sono e in quali parti avranno effetto.
Le nuove scadenze relative alla gestione del riscaldamento
Essendo ancora le temperature abbastanza sostenibili, si punta a posticipare il più possibile il funzionamento dei termosifoni.
Già in passato questo evento era determinato dalla divisione del paese in fasce climatiche. Oltre all’appartenenza al nord, al centro o al sud di una regione si contano anche le altitudini dei singoli comuni per determinare quanto abbiano bisogno di accendere il riscaldamento.
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Il Nord e il centro
Il 22 ottobre inizieranno ad accendersi i termosifoni nelle case del Nord Italia. Ad avere 11 ore di consumo obbligatorio saranno i residenti a Milano, Torino, Aosta, Venezia, Bologna e Trieste.
Invece a Genova questa data sarà slittata all’8 di novembre. Trento invece starà alle stesse regole di Milano per chi abita nella parte alta. Nella parte bassa non ci saranno le limitazioni, e lo stesso vale anche per Belluno e Cuneo. Lo spegnimento degli impianti invece è fissato il 7 di aprile.
Per Firenze, Roma, Ancona, Campobasso, L’Aquila e Perugia vale lo stesso, però a partire dall’8 di novembre.
La situazione nel Sud Italia
A Pescara, Potenza, Napoli, Bari, Catanzaro e Cagliari si inizia dal 22 marzo fino al 23 di aprile. A Palermo e a Lampedusa invece va dall’8 dicembre fino al 23 di marzo. La Sicilia in particolare avrà 5 ore di consumo.