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La multiproprietà, definita anche come time-sharing, permette l’utilizzo di un immobile come casa vacanze alternandosi con gli altri titolari del diritto.
Questa tipologia di contratto presenta molti vantaggi in termini di costi di acquisto e di suddivisione delle spese tra gli altri fruitori, motivo per cui l’offerta in vendita è più che quadruplicata nel post pandemia (dati di Immobiliare.it Insights).
Vediamo più in dettaglio di cosa si tratta: come funziona e quanto dura la multiproprietà?
Che cos’è la multiproprietà
Dal punto di vista giuridico, si tratta di un contratto che conferisce al titolare un diritto di godimento immobiliare a turnazione con gli altri aventi diritto, simile al diritto di proprietà.
La multiproprietà è in pratica una sorta di acquisto congiunto di un immobile da parte di più soggetti, che ne condividono l’uso e la proprietà, nonché oneri e diritti.
La multiproprietà è definita anche come proprietà turnaria, in quanto alla sua base vi è proprio la turnazione: si può godere dell’uso dell’immobile per un periodo di tempo individuato e in alternanza con gli altri titolari. Ciascuno acquista una quota dell’immobile, che rimane una proprietà indivisa, e può fruirne solamente per un certo periodo.
Se uno dei titolari non ne fruisce, ciò non conferisce nessun vantaggio agli altri, che continueranno a utilizzare l’immobile in base al proprio turno.
Quanto dura la multiproprietà?
I periodi di utilizzo da parte di ogni titolare sono indicati nell’atto di compravendita o nel regolamento condominiale e sono in genere alcune settimane nell’arco dell’anno tra loro consecutive.
Tale diritto di godimento limitato nel tempo e definito nel contratto deve avere una durata di almeno un anno, a differenza di quanto era stato previsto negli anni ’90, quando si parlava di una durata almeno triennale.
La multiproprietà è regolata dal Decreto Legislativo numero 79 del 23 maggio 2011, ossia il Codice del Turismo, e dall’articolo 69 del Decreto Legislativo 206 del 2005, ossia il Codice del Consumo, che definiscono la multiproprietà come “un contratto di durata superiore a un anno tramite il quale un consumatore acquisisce a titolo oneroso il diritto di godimento su uno o più alloggi per il pernottamento per più di un periodo di occupazione“.
Naturalmente, si può recedere dalla multiproprietà entro 14 giorni dalla conclusione del contratto e, in seguito, se non si è più interessati alla multiproprietà, si possono vendere le quote ad altri.