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Condizionatori accesi e blackout: già, sembra essere un copione standard, ormai, per numerose città, metropoli comprese. Milano e Torino, infatti, in questi giorni hanno assistito a un numero record di blackout.
Le ragioni? Da ricercare nella produzione nazionale di elettricità che potrebbe non essere sufficiente, ma non solo.
Blackout: serve più energia?
La rete di distribuzione di Terna lo scorso weekend ha garantito una copertura di 52 gigawatt di potenza nel nostro Paese. Ma il caldo porta a una maggiore esigenza, a causa dell’accensione continua dei condizionatori.
Ad esempio, Milano solo venerdì ha consumato dalla rete 25 gigawattora: il 10% in più rispetto a giovedì, il 25% in più rispetto a una settimana prima.
Idem, Torino, con un +11% in sette giorni.
Da considerare anche le reti che trasportano l’energia, ormai datate e non in grado di sopportare i carichi dei nostri giorni.
Uno sguardo al passato, per intenderci: negli anni Ottanta, bastavano 200 gigawattora, nel 2000 300, ora 320.
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I cavi di trasporto dell’energia si scaldano troppo e causano blackout
Non tutti considerano questo fattore: maggiore è l’elettricità nei cavi, maggiore è il loro surriscaldarsi (del doppio rispetto alla corrente).
Per evitare incendi, esiste un sistema di protezione delle reti che bloccano il flusso. “Nelle città i cavi sono tutti interrati. Possono arrivare a 100, anche 105 gradi, ma non oltre“, afferma ai media Paolo Tenti, docente di reti elettriche moderne all’università di Padova.
Ecco, quindi, la ragione dei blackout.
“Bisognerebbe rifare le reti cittadine, ma non è facile“, continua l’esperto.
I condizionatori, un’esigenza sempre più sentita
Il numero di installazioni di condizionatori è salito esponenzialmente negli ultimi anni: a sostenerlo, un report dell’Eurostat, l’ufficio di statistica europeo.
L’energia usata per raffreddare casa è cresciuta del 300%. A superare l’Italia sono Malta, Cipro e Grecia, ma anche la Germania è stata colpita dai blackout da caldo.
SOS siccità: manca l’acqua per il raffreddamento
A non mancare anche la siccità (che va, ovviamente, a braccetto col caldo).
La secca del Po non permette alle centrali termoelettriche di prendere l’acqua per il raffreddamento.
Non resta che chiedersi: cosa fare in caso di blackout? Scopri la nostra guida.