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La lotta al cambiamento climatico è la battaglia più importante che il presente ci impone di affrontare. In particolare, la transizione ecologica e la riconversione energetica sono le due sfide cruciali per rendere le nostre attività ecosostenibili e mettere in atto un’opera di salvaguardia del mondo in cui viviamo.
Per arrivare in tempi relativamente brevi ad uno scenario di compatibilità tra le emissioni inquinanti e la rigenerazione ambientale, scienziati ed esperti stanno lavorando per trovare nuove modalità di consumo che non prevedano l’utilizzo dei classici materiali combustibili che tanto inquinamento hanno prodotto nel corso del tempo.
Nuovi combustibili ecosostenibili, il problema dell’utilizzo dei terreni
Per sostituire le convenzionali fonti di energia, negli ultimi tempi hanno preso piede diverse forme alternative di combustibili quali il bioetanolo e il biodiesel, che producono il 65% in meno di emissioni di gas ad effetto serra rispetto ai combustibili fossili.
Il loro problema sta nel fatto che, per essere prodotti su scala industriale e in quantitativi molto elevati, necessitano di un massiccio consumo di suolo: il biodiesel si ricava dalla spremitura dei semi di piante oleaginose (colza, soia, palma), mentre il bioetanolo viene realizzato attraverso la canna da zucchero e l’amido di mais.
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Rifiuti, scarti e oli esausti: come riutilizzarli per produrre energia
Per evitare che Paesi come il Brasile, l’India o gli Stati Uniti continuino ad utilizzare enormi quantità di terreni in questo modo, la soluzione potrebbe derivare dagli scarti delle attività agricole e dai rifiuti forestali.
Questi materiali sono stati definiti come biocarburanti di seconda generazione e permettono di produrre energia da sostanze residue che, altrimenti, verrebbero smaltite in altro modo senza la possibilità di riutilizzarle per combattere l’inquinamento ambientale.
L’esempio principe è quello degli oli vegetali esausti. Dopo una prima fase di filtrazione, il loro riciclo consentirebbe di diminuire in maniera importante l’utilizzo di petrolio e di combustibili fossili. Per questo, diversi governo in tutto il mondo (Italia inclusa) stanno stanziando risorse sempre maggiori destinate ai progetti che valorizzano e incentivano la bioraffinazione degli oli vegetali esausti.