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Nei panorami urbani di Parigi, i tetti spiccano con la loro forma caratteristica distintiva, conferendo alla città un’atmosfera unica e riconoscibile. Ma di che cosa sono fatti questi tetti che tanto affascinano?
Esaminiamo da vicino i materiali utilizzati nella costruzione dei tetti parigini, dalla loro storia alle innovazioni moderne, per capire cosa li rende così emblematici e durevoli nel tempo.
Di che materiale sono fatti i tetti di Parigi?
I tetti parigini sono ormai diventati simbolo di questa romantica città. Sono realizzati utilizzando leggere lastre di zinco che conferiscono un carattere unico alle coperture delle abitazioni parigine.
Visti dall’alto, i tetti di Parigi compongono un insieme cangiante di tonalità grigie, dovute al classico colore di questo materiale naturale. Tuttavia, ciò che li rende davvero distintivi è la loro capacità di mutare tonalità in base alle condizioni meteorologiche. Grazie alla presenza di uno strato che, sotto l’ossidatura del materiale, riflette la luce, i tetti creano un gioco di colori che varia al cambiare del tempo.
Inoltre, la tecnica della doppia aggraffatura utilizzata nella loro costruzione conferisce a queste coperture una notevole durabilità. Resistono con efficacia alle più ingenti precipitazioni e alle perturbazioni atmosferiche, garantendo protezione e sicurezza agli edifici sottostanti.
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La storia dei tetti parigini
Nel 1809, il chimico belga Daniel Dony rivoluzionò il settore dei materiali con un processo innovativo per estrarre zinco puro dalla calamina, un minerale abbondante in Belgio. Grazie a questa scoperta, Dony fu in grado di creare lastre di zinco estremamente sottili, leggere e malleabili, che potevano essere facilmente lavorate mediante taglio, piegatura e saldatura.
Questo nuovo materiale, leggero ed economico, segnò un punto di svolta nel panorama edilizio di Parigi. Nella seconda metà del XIX secolo, mentre la città sperimentava una significativa crescita demografica superando il milione di abitanti, si assisteva anche a un aumento sia in termini di estensione territoriale che di altezza degli edifici. Questo contesto favorì la diffusione dell’innovazione introdotta da Dony: i tetti di zinco.
Grazie alla leggerezza di questo materiale, che consentiva di innalzare gli edifici con facilità, molti proprietari decisero di adottare la soluzione dei tetti in zinco. Ciò consentì di trasformare numerose soffitte in spazi abitabili aggiuntivi, contribuendo così a incrementare le superfici abitative a costi contenuti. Questa tendenza non solo ampliò gli spazi residenziali, ma uniformò anche l’aspetto visivo della città, caratterizzandola con un paesaggio urbano distintivo.
Inoltre, l’adozione dei tetti di zinco comportò benefici in termini di sicurezza e durata delle strutture, migliorando complessivamente la qualità degli immobili parigini.
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Dove ammirare i tetti della Ville Lumière
I tetti di Parigi, attraverso i secoli, sono diventati celebri anche nell’arte. Cezanne dedicò ai romantici tetti di Parigi un dipinto nel 1881, “Les Toits De Paris”.
Innumerevoli spot sono ambientati con le coperture parigine a fare da sfondo, e i tetti di questa città sono anche stati teatro di sfilate del marchio Chanel. Persino due cartoni animati della Disney hanno tratto ispirazione da queste romantiche ambientazioni: Gli Aristogatti e Ratatouille.
Non da ultimo, l’opera di Puccini “La Bohème” è ambientata proprio nelle mansarde al di sotto dei tetti caratteristici, un tempo dimore di artisti e famiglie poco abbienti.
Oggi, pernottare in una delle mansarde parigine ormai diventate celebri ha costi considerevoli. Tuttavia, è un’ottima soluzione per ammirare i tetti della Ville Lumière in tutta la loro bellezza. Esistono poi dei punti panoramici d’eccellenza:
- Le Galeries Lafayette;
- il Bazar de l’Hotel de Ville;
- il Centre Pompidou;
- la maestosa cupola del Sacré-Cœur a Montmartre;
- il Parc des Buttes-Chaumont;
- il quartiere di Belleville.
Tutti questi luoghi iconici offrono uno spaccato affascinante della vivace città di Parigi e dei suoi tetti tinti di grigio.