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Visto il boom di vendite e mutui che ha caratterizzato il mercato immobiliare lo scorso anno, per il 2022, il settore si attendeva il mantenimento della curva positiva. Ma, nonostante abbia resistito meglio di quanto previsto alla pandemia, anche il real estate rischia un rallentamento.
I mutui costano di più
Risalgono i prezzi nelle diverse città italiane e a due mesi dallo scoppio del conflitto Russia-Ucraina compaiono alcuni preoccupanti segnali: primi tra tutti quelli dei mutui a tasso fisso, vittime di un’impennata dovuta al rialzo dell’Eurirs.
Rispetto allo scorso 4 aprile il costo dei finanziamenti è salito in media di mezzo punto, con conseguenze importanti: come l’impossibilità di mantenere attivi i finanziamenti per gli under 36, che non più erogabili a tasso fisso, avrebbero un costo superiore al massimo di legge.
A marzo Tecnocasa ha effettuato un analisi del settore immobiliare nelle quattro principali città italiane: Milano, Roma, Napoli e Torino, selezionando nei quartieri medio alti i valori del nuovo e dell’usato di buona qualità.
Milano rischia la bolla immobiliare?
Nel giro di sei mesi in 16 tra i 121 quartieri di Milano monitorati da Tecnocasa i prezzi dell’usato di medio e medio alto livello hanno registrato una crescita superiore al +10%:
- 51 sono le zone con un aumento di almeno il +5%;
- 78 zone si stabilizzano in territorio positivo;
- 35, prevalentemente nel centro storico, rimangono stabili.
I maggiori aumenti si riscontrano in due aree: Genova-Savona, zona di grande richiamo da anni, che tocca un +27% e il Vigentino che attende un ulteriore nuovo sviluppo con l’arrivo del Villaggio Olimpico e la riqualificazione dello Scalo Romana.
Roma: aumenti soprattutto in periferia
Sono 196 le zone analizzate nella Capitale per svolgere un confronto sui prezzi dell’ultimo semestre:
- in 102 quartieri sono rimasti stabili;
- in 31 sono scese le quotazioni;
- in 65 aree periferiche si sono registrati una serie di aumenti.
Arretramenti a Napoli e Torino
Napoli registra un andamento negativo: tra le 56 zone analizzate 24 risultano negative, tra queste compaiono anche aree residenziali (come il Vomero -4,5%) e di pregio (come Mergellina -5%). Fuorigrotta segna addirittura il -12%.
Mentre le aree nelle quali si riscontra una crescita sono le meno pregiate del centro, un esempio è la Stazione che registra un +9,3%.
Infine, Torino, sulle 67 zone prese in analisi, solo in 5 presenta un incremento delle quotazioni e tra queste solo una, il Quadrilatero romano, registra un +1,6%.