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Secondo le stime più di un miliardo di persone vive nel deserto, alle prese con temperature estreme, situazioni di grave siccità e frequenti tempeste di polvere.
Ecco perché si è reso necessario, nelle zone desertiche, mettere a punto delle tecniche di costruzione ingegnose che potessero rispondere a queste dure condizioni climatiche.
Quali caratteristiche devono avere le abitazioni tipiche delle regioni desertiche e quali sono, ad oggi, gli esempi più all’avanguardia di architettura nel deserto?
Le caratteristiche delle abitazioni del deserto
Pareti spesse, pavimenti in pietra o piastrelle, cortili e patii coperti: queste sono le principali caratteristiche che le abitazioni desertiche devono avere per poter resistere alle condizioni climatiche dure.
Rispetto al passato, questi edifici sono stati migliorati grazie alle innovazioni tecniche: i sistemi di riciclaggio delle acque grigie contribuiscono a raccogliere l’acqua di scarico dei vari sanitari e a ridurre lo stress dei bacini idrici locali.
Questi luoghi sono poi perfetti per l’energia solare, sfruttando il sole, perennemente presente, per creare energia pulita.
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Abitazioni desertiche: gli esempi migliori
Ormai lo sappiamo bene: riscaldamento globale e cambiamento climatico stanno contribuendo ad alzare le temperature nel mondo, con una rapida desertificazione delle zone.
In questo contesto, diventa sempre più importante trovare soluzioni edilizie intelligenti, per far fronte a condizioni climatiche complesse, come quelle dei deserti.
Quali sono, dunque, i 5 esempi migliori di architettura del deserto?
Centro studi e ricerche sul petrolio di Re Abdullah a Riyadh (Arabia Saudita)
Questo edificio appare come una fusione di forme cristalline che emergono dal paesaggio del deserto.
A progettarlo, l’architetto britannico e iracheno Zaha Hadid, il quale ha ideato una struttura futuristica a nido d’ape prismatica, la cui composizione può essere modificata e ampliata in futuro senza alterarne l’estetica.
L’obiettivo principale dell’architetto fu di progettare un edificio che consumasse meno energia possibile.
Un esempio pratico? Gli “acchiappavento” posizionati sul tetto, i quali catturano i venti da nord e rinfrescano i cortili.
Casa nera del deserto a Yucca Valley (USA)
Non molto lontano dal suggestivo paesaggio del Joshua Tree National Park in California c’è una villa nera, una casa che sembra quasi un’ombra.
Progettata dalla coppia di architetti Monica Oller e Tom Pejic, la villa è caratterizzata da enormi vetrate che rendono l’ambiente estremamente luminoso e regalano una vista mozzafiato sul panorama circostante.
Casa dei Tre Giardini a Kuwait City (Kuwait)
Le estati kuwaitiane si contraddistinguono per le loro giornate lunghissime ed estremamente calde: per questo, la maggior parte degli abitanti preferisce trascorrere le giornate in casa, al fresco dell’aria condizionata.
Gli abitanti della Casa dei Tre Giardini, invece, hanno voluto un progetto diverso, che gli consentisse di evitare il grande spreco di energia caratterizzato dall’uso massiccio del condizionatore, e di trascorrere la giornata all’aria aperta, nonostante le alte temperature.
Il progetto di AGI Architects è la soluzione definitiva alle richieste della famiglia: la casa è stata dotata di tre giardini interni, con tanto di piscina e fontana.
Uno dei tre giardini si trova a quattro metri sotto la strada, e rimane dunque il luogo più fresco in estate.
Quello sul tetto, invece, è il giardino ideale dove trascorrere le giornate invernali.
Casa Swartberg nel deserto di Karoo (Sudafrica)
Alla ricerca di un rapporto più stretto con la natura, l’editore David Jenkins e la fondatrice di Openstudio Architects, Jennifer Beningfield hanno trovato in questa splendida casa bianca immersa nel deserto la risposta a tutte le loro esigenze.
Situata ai piedi dello Swartberg Pass, uno dei percorsi più famosi in Sudafrica, questa villa è stata costruita con materiali locali, come intonaco a calce ruvida o pavimenti con mattoni a vista.
Le spesse pareti bianche permettono di mantenere il fresco all’interno dell’abitazione.
Museo di Arte Islamica a Doha (Qatar)
Questo museo è stato inaugurato solo nel 2008, ma è già diventato un’icona di architettura nelle zone desertiche.
È stato costruito su una piccola isola artificiale, su progetto del famosissimo architetto I.M. Pei, già 91enne quando gli venne commissionato il lavoro.
I materiali vennero scelti accuratamente, poiché non solo dovevano essere adatti al calore tipico della zona, ma anche all’ambiente salino corrosivo della baia di Doha.