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Dalle vetrate colorate che illuminano stanze spaziose, alle navate che si trasformano in loft o open space. Abitare in una chiesa sconsacrata può regalare esperienze uniche e ambienti domestici capaci di unire il fascino storico, al design contemporaneo.
Vivere in una chiesa sconsacrata è una tendenza in crescita, non solo in Europa e in Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Australia. Le soluzioni abitative non mancano. Vediamo dove e come funziona.
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Si può abitare in una chiesa sconsacrata?
In Italia il patrimonio di chiese sconsacrate è immenso.
Si stima che siano oltre 10 mila gli edifici religiosi che hanno perso la loro funzione originaria, spesso riversando in stato di abbandono. Negli ultimi anni, però, si è assistito a un crescente interesse per il loro recupero e la loro riconversione in abitazioni.
I vantaggi di vivere in una ex chiesa
Le chiese sconsacrate offrono diverse peculiarità che le rendono attraenti per chi cerca una casa fuori dal comune. Ecco perché potrebbe interessare una soluzione abitativa di questo tipo:
- spazi ampi e luminosi;
- altezze vertiginose;
- affreschi o dettagli architettonici originali;
- atmosfera storica e spirituale;
- versatilità negli arredi (in una ex chiesa adibita a residenza si può adottare un design moderno e personalizzato).
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Cosa si può fare in una chiesa sconsacrata?
Non solo case, ma anche spazi polifunzionali. Le ex chiese possono essere trasformate in:
- loft;
- openspace da lavoro;
- spazi creativi;
- ville di lusso;
- bed and breakfast;
- gallerie d’arte;
- spazi per eventi pubblici, o aperti al pubblico.
Ad esempio, la nuova sede dell’agenzia di Fedez è stata allestita all’interno di una ex chiesa di Milano.
Cosa serve per abitare in una chiesa sconsacrata?
Le procedure per abitare in questa tipologia di edifici possono variare in base a diversi fattori, tra cui:
- ubicazione della chiesa: le normative locali possono differire da regione a regione e da comune a comune;
- destinazione d’uso: se la chiesa è stata già convertita ad abitazione, i documenti necessari saranno differenti rispetto a una chiesa ancora sconsacrata;
- vincoli: l’edificio di culto potrebbe essere soggetto a vincoli architettonici o storico-culturali che influenzano i lavori di riconversione.
Tra i documenti necessari, occorrono:
- atto di proprietà della chiesa;
- visura catastale;
- permesso di costruire per la riconversione della chiesa in abitazione;
- certificato di agibilità;
- progetto architettonico e relazione tecnica;
- dichiarazione di conformità degli impianti (elettrico, idrico, gas); Permesso di costruire per la riconversione.
Inoltre, potrebbero essere necessari:
- il nullaosta della Soprintendenza ai Beni Culturali;
- l’autorizzazione paesaggistica.
Per una operazione così complessa è necessario affidarsi a un architetto o un ingegnere esperto, quindi redigere un progetto architettonico e una relazione tecnica, rispettare le normative locali e i vincoli.
Come convertire una chiesa sconsacrata in casa
Trasformare una chiesa, in una casa abitabile non è un’impresa semplice.
Riconversioni edilizie complesse, vincoli architettonici e l’adeguamento alle normative urbanistiche e di sicurezza sono solo alcuni degli ostacoli da superare.
Abitare in una chiesa sconsacrata all’estero
In Italia, vivere in una chiesa sconsacrata è un’opzione ancora poco diffusa, ma in forte crescita. Una tendenza che rappresenta un’occasione per recuperare e valorizzare un patrimonio storico in disuso, offrendo al contempo soluzioni abitative innovative, con arredi moderni o appositamente ricreati.
Nel nostro Paese il patrimonio di culto storico certamente non manca, spesso abbandonato anche dalle istituzioni o che potrebbe rivivere in progetti di rigenerazione urbana. All’estero ci sono esempi interessanti di ex chiese arredate in stile moderno, che potrebbero ispirare anche qui, in Italia.
Ecco un esempio che mescola sacro e profano, storia e contemporaneità: il progetto a Chicago.
La villa unifamiliare in una ex chiesa di Chicago
Una chiesa sconsacrata di fine Ottocento è stata riconvertita in villa di 511 metri quadrati, grazie al progetto firmato da Linc Thelen Design e Scrafano Architects. La residenza è stata arredata in stile minimal chic, con arredi Kartell e altre soluzioni dal design contemporaneo.
I dettagli del passato sono rimasti intatti o riconvertiti, come le vetrate artistiche, i mattoni a vista, il campanile. Le vetrate gotiche sono ancora visibili, regalando luminosità alla cucina e ad altre stanze. Tra i tanti dettagli ornamentali spicca una lampada da parete disegnata da Jean Prouvé Potence per Vitra.