Indice dei contenuti
5 anni è il termine previsto dalla legge per la prescrizione dell’IMU, che cancella gli effetti del mancato pagamento al Comune senza ripercussioni legali o tributarie. Prima che passi questo periodo, però, il Comune può inviare l’avviso di accertamento e pretendere l’intera somma. Vediamo, quindi, come pagare l’IMU per tempo ed evitare conseguenze.
Cos’è l’IMU e chi deve pagarla
L’IMU, Imposta Municipale Unica che ha sostituito da alcuni anni l’Ici (Imposta Comunale sugli Immobili), è una tassa che i proprietari di immobili – fatta eccezione per le prime case non di lusso – aree fabbricabili e terreni agricoli devono versare al Comune.
Qual è il termine per pagare l’IMU
I contribuenti hanno la possibilità di pagare l’IMU tutta in una volta entro il 16 giugno di ogni anno oppure in due rate, con acconto entro il 16 giugno e saldo entro il 16 dicembre.
Per stabilire a quanto ammonta l’IMU occorre calcolare tre indicatori: la rendita catastale, il coefficiente dell’immobile e un’aliquota variabile da Comune a Comune (sugli immobili di lusso, invece, viene applicata una aliquota fissa al 4% a prescindere dal luogo in cui sono ubicate).
Dopo quanti anni va in prescrizione l’IMU?
Il termine prescritto dalla legge per pagare l’Imu è di 5 anni, come per tutti i tributi locali, dopo di che scatta la prescrizione. Tuttavia occorre sapere come calcolare la prescrizione: questa, infatti, si azzera e inizia a decorrere ogni volta che il cittadino riceve un avviso di accertamento da parte del Comune.
Di conseguenza i 5 anni possono aumentare a seconda del numero di volte in cui il Comune richiede il versamento del tributo. Quello che si prescrive in cinque anni è la cartella esattoriale: se il Comune non invia un sollecito entro questo termine non potrà più pretendere il pagamento.
Cosa succede se non si paga l’IMU
Chi non versa l’Imu entro i termini previsti per legge riceve un avviso di accertamento esecutivo, ossia la notifica – a mezzo raccomandata postale – di una cartella di pagamento in cui il Comune chiede il recupero della somma evasa.
A questo punto il contribuente potrebbe dover verificare la data esatta dell’invio della cartella esattoriale ai fini del calcolo della prescrizione. È possibile farlo dal sito di Poste Italiane, cliccando su “Spedizioni- posta raccomandata” e inserendo il numero identificativo della raccomandata indicato sulla busta.
Se il contribuente decide di effettuare il versamento entro 60 giorni dalla ricezione della cartella il procedimento si chiude definitivamente, altrimenti si può presentare un ricorso per provare l’illegittimità della richiesta (per esempio se è stato fatto un errore) o attendere l’accertamento successivo o la prescrizione dell’IMU.