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Il 2022 rischia di passare alla storia come uno degli anni più difficili per la situazione economica delle famiglie italiane. Stritolate dall’inflazione galoppante e dalle continue incertezze sul prezzo del gas che hanno accompagnato la stagione estiva, gli italiani chiuderanno l’anno solare con un altro rincaro senza precedenti, quello relativo al costo dell’energia elettrica.
A mettere nero su bianco le proporzioni dell’aumento che sta investendo il prezzo delle bollette è stata Arera, l’Autorità nazionale di regolazione dell’energia, che negli ultimi giorni ha diffuso i dati ufficiali in merito alla situazione che si andrà delineando nei prossimi mesi. Il bilancio purtroppo è di quelli assai preoccupanti.
Energia elettrica: quanto pagheranno gli italiani nel 2022
Nel quarto trimestre dell’anno, il prezzo delle fatture dell’energia elettrica salirà del 59%, comportando un aumento della spesa per moltissimi contribuenti del nostro Paese.
Stiamo parlando di tutte quelle persone che ancora non si sono convertite al mercato libero, continuando ad usufruire dei cosiddetti contratti a tutela. Parliamo di circa 7 milioni di individui ad oggi presenti nel nostro Paese.
L’incremento è stato calcolato da Arera sulla base dei consumi medi annui di una famiglia tipo, che equivalgono circa a 2.700 kilowattora nei dodici mesi.
Con il nuovo prezzo dell’elettricità, la spesa di un nucleo familiare aumenterà a dismisura, passando dai 632 euro dell’anno 2022 ad un valore che sarà addirittura più del doppio, ossia pari a 1.322 euro.
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Arera: qual è la decisione contro l’aumento dell’energia?
Ma il quadro avrebbe potuto essere ancora più drammatico: la stessa Arera ha infatti specificato che l’aumento avrebbe potuto essere del 100% se non avesse messo in campo un intervento straordinario per “posticipare eccezionalmente il necessario recupero della differenza tra i prezzi preventivati per lo scorso trimestre e i costi reali che si sono verificati”.
Il tutto mentre si attende di capire quali scelte verranno prese in merito da parte delle istituzioni politiche, sia nazionali che continentali.
Il nuovo governo di centrodestra dovrà trovare nuove risorse per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente, mentre a livello europeo pare ancora lontano un accordo che permetta agli Stati membri di affrontare la situazione in maniera congiunta.