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Il canto lirico italiano, tesoro intrinseco della cultura musicale mondiale, ha recentemente ottenuto il riconoscimento che merita: è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO durante l’ultima riunione dei membri della Commissione, tenutasi in Botswana nei primi giorni di dicembre 2023.
Questo prestigioso riconoscimento sottolinea l’importanza di un’arte vocale che ha radici profonde nella storia e nella tradizione italiana. In questo articolo, scopriremo le origini di quest’arte senza tempo, e quali sono i teatri italiani che più la rappresentano.
Breve storia del canto lirico
La nascita della musica lirica affonda le sue radici nell’epoca rinascimentale, quando un gruppo di artisti decise di unire musica, danza, poesia, teatro e pittura in un unico capolavoro artistico. Sebbene la prima opera lirica ufficialmente riconosciuta sia stata “Daphne” di Jacopo Peri, fu con “L’Orfeo” di Claudio Monteverdi che questa forma d’arte raggiunse il suo primo grande successo. L’opera lirica, fin dall’inizio, ha suscitato un profondo interesse, diventando rapidamente la forma musicale più ambita e amata dell’epoca. La sua influenza si diffuse velocemente in tutta Europa, diventando un veicolo potente per esplorare emozioni e narrare storie attraverso la fusione di diversi elementi artistici.
La metà del XIX secolo segna un periodo d’oro per la lirica, guidato e dominato da maestri come Wagner in Germania e Verdi in Italia. Questi due maestri hanno plasmato e definito l’evoluzione dell’opera lirica, contribuendo a consolidare il suo status come una delle forme d’arte più pregevoli e durature nella storia musicale.
Le dichiarazioni del Ministro Sangiuliano
Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, apprendendo la notizia dell’inserimento del canto lirico italiano nella lista del patrimonio UNESCO, ha dichiarato tramite l’Ufficio Stampa del Ministero: “Dopo un lungo e articolato lavoro, una grande eccellenza della nostra nazione ottiene un altro riconoscimento dall’UNESCO entrando a far parte del patrimonio immateriale. Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo: il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta. È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti. Ringrazio il sottosegretario Gianmarco Mazzi per l’impegno che ha profuso nel concludere positivamente la candidatura. Questa bella notizia si associa alla firma dell’ipotesi dello schema di rinnovo del contratto delle Fondazioni lirico sinfoniche, che da 20 anni non veniva rinnovato“.
I teatri più importanti d’Italia
Tra i più importanti teatri lirici italiani troviamo
- Teatro alla Scala – Milano: inaugurato il 3 agosto 1778 con “L’Europa riconosciuta”, opera composta da Antonio Salieri.
- Teatro Massimo – Palermo: inaugurato il 16 maggio 1897, con la rappresentazione lirica del Falstaff di Giuseppe Verdi.
- Arena di Verona: la prima rappresentazione lirica fu l’Aida, il 10 ottobre 1913.
- Teatro dell’Opera – Roma: il Nerone di Arrigo Boito fu la prima opera lirica, messa in scena il 27 febbraio 1928.
- Teatro San Carlo – Napoli: inaugurato il 4 novembre 1737 con “Achille in Sciro” di Domenico Sarro
- Teatro La Fenice – Venezia: inaugurato nel 1790 con un’opera di Giovanni Paisiello, “I giochi di Agrigento”.
- Teatro Petruzzelli – Bari: inaugurazione avvenuta il 14 febbraio 1903, con “Gli Ugonotti” di Giacomo Meyerbeer.
- Teatro Sferisterio – Macerata: l’Aida di Giuseppe Verdi fu la prima opera messa in scena, nel 1921.
L’importanza che la lirica ha sempre rivestito nel nostro paese è testimoniata dal fatto che ogni grande città italiana ospita un teatro che ha una lunga storia di rappresentazioni liriche nel corso delle sue stagioni.
La lirica italiana ha saputo conquistare il cuore di appassionati e neofiti attraverso i secoli, trasformandosi in un patrimonio culturale senza tempo. L’inclusione del canto lirico italiano nel patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO sottolinea l’importanza di preservare e promuovere questa forma d’arte, garantendone la continuità nelle generazioni future.