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Tra il rincaro del costo dell’energia e dei beni di prima necessità e il prezzo degli affitti che continua a salire, per giovani e giovanissimi vivere nelle grandi città – magari mentre stanno ancora completando gli studi – diventa sempre più difficile. Tra canone concordato, stanze condivise e scelta di una casa in affitto nell’hinterland, il panorama è variegato. Ne abbiamo parlato con Andrea Napoli, CEO e founder di Locare.
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Com’è il panorama degli affitti tra gli studenti nelle città universitarie italiane (prezzi, domanda, offerta)?
Il prezzo medio degli affitti per gli studenti nelle principali città universitarie da Torino a Palermo a settembre 2023 rispetto a giugno 2023 è cresciuto mediamente del 2/3%. Se allarghiamo il periodo di osservazione a giugno 2022 vediamo come i prezzi medi siano aumentati di circa un 10/15%.
La domanda di posti letto continua ovviamente ad essere estremamente alta a fronte di un’offerta immobiliare che non è assolutamente in grado di coprire l’intero fabbisogno.
Il nostro ufficio studi ha stimato in oltre 400 euro la differenza mensile tra un giovane che affitta una stanza a Bari e uno che sceglie la stessa sistemazione a Milano. Infatti, si passa dai 318 euro in media mensili di Bari ai 730 euro mensili richiesti a Milano
Quali sono le soluzioni abitative più diffuse tra i giovani? Sono più orientati verso case in condivisione o appartamenti autonomi, seppur di piccola metratura?
I giovani, visti i notevoli costi degli alloggi, in questo momento cercano case che siano accessibili e convenienti, come gli appartamenti condivisi, i coliving, i cohousing e i community housing, che puntano a creare spazi condivisi e promuovere la socializzazione tra gli abitanti che offrono flessibilità e costi contenuti. Vogliono vivere in quartieri che offrano un facile accesso ai mezzi di trasporto pubblico, ai servizi pubblici e ai negozi.
Cercano case che siano eco-sostenibili e che offrano tecnologie innovative per il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale.
Il futuro dell’immobiliare necessariamente dovrà passare, quindi, anche per l’affitto perché nella società dei desideri è l’affitto che permette di vivere in zone in cui sarebbe impensabile vivere (magari in contesti in cui non potrei permettermi di acquistare casa) o di spostarsi con maggiore frequenza riducendo i costi.
Milano è tra le città italiane con il maggior numero di studenti universitari. Affitto a canone concordato, studentati, vita da pendolari tra l’appartamento nell’hinterland e ateneo in centro: com’è la situazione oggi e quali sono i possibili scenari futuri?
Milano, da anni si trova in un circolo vizioso per cui i canoni sono talmente alti da rendere meno conveniente ai proprietari l’applicazione del canone concordato rendendola, ad oggi, la città italiana che più di tutte risente del problema del caro affitti.
Recentemente è stato siglato un nuovo accordo territoriale tra Comune, associazioni di proprietari e sindacati degli inquilini il cui scopo è quello di ridefinire i canoni di locazione e le agevolazioni in modo da invogliare i proprietari a aderire al canone concordato.
L’accordo ha rivisto al rialzo i canoni applicabili suddividendo la città in cinque zone al cui interno sono state individuate tre fasce tariffarie entro cui fissare il canone, a seconda delle caratteristiche degli immobili.
Lo sviluppo del settore residenziale nel prossimo decennio sarà inevitabilmente legato all’offerta da parte del mercato di forme evolute di abitazioni, studentati, short-term-rent, co-living e co-housing, multifamily e build to rent, con servizi e tagli di alloggi diversificati per ospitare i giovani e i diversi tipi di famiglie.
Questo processo sancirà il passaggio “dalla casa con servizi ai servizi con la casa” con ricadute importanti sul piano dello sviluppo immobiliare e territoriale. Sarà necessario avere un approccio innovativo alla progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio lungo il suo ciclo di vita, perché è oramai chiaro che ci stiamo avviando verso un cambiamento profondo dello stile di vita e, di conseguenza, del modello di sviluppo, sia economico che, ovviamente, urbano.