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La richiesta di pellet e di stufe a pellet è in continua crescita e il mercato ha risposto alla domanda immettendo in commercio vari tipologie di pellet a prezzi differenti, ma anche composizioni differenti, con certificazioni importanti.
Ciò che accomuna ogni tipo di pellet è l’origine naturale, perché composto di legno, proveniente da foreste certificate e compattate grazie all’uso di resine naturali.
La scelta dunque di passare a un impianto di riscaldamento a pellet è spesso motivato dalla necessità di non impattare sull’ambiente, perché il pellet costituisce una fonte di energia alternativa, ma anche da motivazioni economiche perché il pellet costa meno della fornitura del gas o dell’elettricità.
Ma vediamo di conoscere più dettagli sul pellet e sugli impianti di riscaldamento a pellet per capire se davvero questo materiale può considerarsi ecosostenibile e se può aiutare a risparmiare sulla bolletta.
Cos’è il pellet?
Il pellet indica dei cilindretti derivati dalla compressione di particelle di legno che sono state precedentemente ridotte a segatura e disidratate.
Lavorato industrialmente, con macchinari che esercitano pressione sulla segatura del legno, per ottenere la particolare forma a cilindro di circa 1 centimetro di diametro e 3 centimetri di lunghezza. Viene venduto in confezioni di varie taglie solitamente da 15 chilogrammi.
La materia prima del pellet è dunque il legno vergine che si ricava da boschi secondo appositi piani di gestione forestale, oppure dalla segatura e dal cippato, scarto della lavorazione dell’industria del legno.
Condizione fondamentale è che il pellet non contenga sabbia o composti chimici come residui di vernici, colle o impregnanti perché bruciando potrebbero disperdere nell’aria sostanze dannose per l’ambiente e per la salute dell’uomo.
Quindi va sottolineato che il pellet è un prodotto 100% ecosostenibile solo se si compone interamente di materie vegetali.
In fase di acquisto della fornitura di pellet per il riscaldamento è importante dunque conoscerne sia la composizione reale sia le eventuali certificazioni ottenute.
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Quali sono i vari tipi di pellet
Il pellet può essere composto da legno proveniente da varie foreste, vediamo quali sono i tipi di pellet più comuni:
- pellet di legno di abete. Forse il più comune tra quelli utilizzati in Italia, si ricava da abete rosso o bianco. Controllare bene la provenienza e anche la composizione perché purtroppo è uno dei tipi di pellet più contraffatti.
- Pellet di faggio. Di alta qualità, superiore all’abete. Ha una resa maggiore ed anche una potenza calorifica decisamente superiore rispetto all’abete.
- Pellet misto di abete e faggio. Si tratta di un pellet misto. Meno pregiato del pellet di solo abete o di solo faggio.
- Pellet di legno di castagno. Questo tipo di pellet è più caro, ma si consuma più lentamente e lascia meno residuo.
- Pellet di conifere. Si tratta di un prodotto composto da più legni di conifere, pino e abete. La presenza di conifere è garanzia di naturalità al 100% perché lavorato con la resina stessa dell’albero, senza colle.
- Pellet misto. Come dice lo stesso nome si compone di un mix di legni: abete, faggio, pino, larice e rovere. La proporzione varia a discrezione di chi lo produce.
A cosa serve il pellet
Il pellet è un combustibile di biomassa compressa che viene usato per il riscaldamento sia domestico sia come combustibile nelle caldaie di grossa taglia e nei grandi impianti delle centrali termoelettriche.
É un ottima alternativa agli impianti di riscaldamento energivori e di vecchia generazione.
Come si produce il pellet?
Per produrre pellet abbiamo visto che la materia prima utilizzata è il legno. Si tratta principalmente di resti della lavorazione di legno come ad esempio segatura o cippato.
Una macchina riesce a esercitare pressione e calore, modificano la lignina già presente nel legno. La pressione e il caldo riescono a compattare la segatura e fare in modo che si creino cilindretti. Se il legno è resinoso, come nel caso delle conifere, non è necessario aggiungere alcun collante e il prodotto finale è altamente ecosostenibile.
Quali certificazioni può vantare il pellet
Per garantire che la provenienza della materia prima e il processo di lavorazione sia avvenuto nel rispetto degli standard di qualità previsti dalla normativa europea, il pellet può vantare alcune certificazioni che sono necessarie per la vendita in alcuni paesi:
- Onorm M 7135 in Austria
- Din 51731 E Din Plus in Germania
- The British Biogen Code Of Practice For Biofuel in Gran Bretagna
- Standard Regulations & Standards For Pellets In The Us: The Pfi negli Stati Uniti
- Sn 166000 in Svizzera
- Ss 187120 in Svezia
- ENPlus in tutta Europa, Italia compresa.
Questo ultimo marchio offre la garanzia di conoscere la filiera produttiva dalla provenienza del legno, allo stoccaggio, incluso il trasporto e la distribuzione finale.
Vantaggi del pellet
Perché utilizzare il pellet? Vi sono diverse motivazioni che spingono sempre più persone e professionisti a scegliere di utilizzare come impianto di riscaldamento una stufa a pellet.
Ecco quali sono in breve i vantaggi:
- prodotto ecologico, il pellet è pulito, sicuro e non ha emissioni;
- prodotto disponibile a livello locale;
- non provoca disboscamento perché usa scarti di lavorazione o legno proveniente da specifici piani di gestione forestale;
- alto rendimento, i riscaldamenti a pellet hanno rendimenti superiori al 90%;
- economico rispetto ai costi di metano e gasolio.
Prezzo del pellet
Il prezzo del pellet può essere differente in relazione al tipo di legno, alla provenienza, alle certificazioni che ne determinano la sua alta qualità.
Il prezzo si aggira intorno ai 30-32 euro al quintale, fino ad arrivare a 50 euro al quintale.