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Sentori di gelsomino misti alle zagare, i fiori d’arancio. Distese di ulivi secolari, terra brulla, piante grasse, rododendri, cieli di un azzurro intenso, incontenibile, e mari infiniti. In una parola: Mediterraneo. Quella fascia di mare compresa tra il Sud dell’Europa e il nord Africa che dà vita a un universo, fatto di folklore, di musiche popolari, di riti sacri e pagani, ma anche di dieta bilanciata, di buon cibo e buona vita. E non solo. Da questa prolifica e feconda area geografica trae ispirazione anche lo stile mediterraneo, un mood amatissimo, scelto in casa perché sinonimo di estate, di gioia, di cuor leggero.
Ecco i consigli per arredare in stile mediterraneo, e portare il sole in casa.
Colori e materiali dello stile mediterraneo
L’arredamento in stile mediterraneo è luminoso, arioso, gioioso, leggero, naturale. Le tonalità protagoniste sono il bianco e l’avorio, spesso abbinate ai toni del mare, come il turchese e il blu intenso e profondo, proprio com’è profondo il Mediterraneo. Sì alle note più accese, ma mai sgargianti, come i gialli che ricordano il sole, gli aranci e i rossi che riprendono le sfumature dei coralli, e i verdi polverosi come gli ulivi.
I materiali sono naturali: dai pavimenti in pietra, o in ceramica effetto pietra, al cotto volutamente rustico, dai tappeti e le sedute in juta intrecciata alle tovaglie in lino stropicciato, fino alle lenzuola in candido cotone con ricami che celebrano l’artigianato mediterraneo.
Per i mobili, si può optare per il bianco, oppure per lo stile povero siciliano, arredi in legno semplici, funzionali, impagliati, di fattura artigianale. Un dettaglio per impreziosire la camera da letto: il letto in ferro battuto, un archetipo tipico degli interni di un tempo.
Teste di moro e ceramiche artigianali
Un simbolo ormai celebre in tutto il mondo dello stile Mediterraneo, e in particolare di quello siciliano, sono le teste di Moro: vasi a forma di teste – femminile e maschile – modellati e dipinti a mano da sapienti ceramisti (famosi quelli di Caltagirone). La leggenda narra che, intorno all’anno Mille, una ragazza siciliana si innamorò di un soldato arabo, e quando scoprì il tradimento dell’amato, gli tagliò la testa e la mise nel vaso sul balcone, per averlo sempre con sé, piantandovi un basilico che crebbe profumatissimo. Un altro simbolo della tricuspide isola sono le pigne in ceramica, questa volta degli allegri portafortuna, amuleti che augurano prosperità e fertilità.
di Francesca Gugliotta