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Tutto inizia durante gli anni Cinquanta quando a New York architetti e artisti cominciano a guardare con interesse, e la testa piena di idee, ex fabbriche, depositi chiusi da anni e grandi laboratori artigianali abbandonati. Luoghi che – complice la necessità di nuovi spazi abitativi e la voglia di innovazione – vengono recuperati e convertiti in case.
In quel momento nasce lo stile industriale e con esso anche l’idea di dare una nuova vita ad arredi e oggetti usati non per forza perfettamente conservati. Di creare bellezza anche senza la perfezione.
Gli elementi architettonici più emblematici
Un gusto che poi esplode con la moda dei loft negli anni Novanta e, rivisto e corretto all’insegna del design, oggi è tornato di grande tendenza. Ma cosa occorre per arredare la casa in stile industriale? Quali sono i materiali e gli arredi da preferire? Molto, ovviamente, dipende dalla tipologia di spazio a disposizione.
Gli elementi architettonici più rappresentativi della tendenza sono infatti i soffitti alti, le pareti grezze con mattoni a vista, le travi portanti lasciate scoperte e le ampie vetrate con serramenti in ferro. Importante, poi, anche il pavimento, dove per un effetto più deciso è meglio scegliere soluzioni in resina o piastrelle a effetto cemento.
Oggetti di recupero e arredi vintage
Senza dimenticare il ruolo fondamentale dei mobili, che permettono di replicare lo stile industriale non solo in un ampio loft ma anche in un classico appartamento di città.
Per esempio utilizzando oggetti di recupero come vecchie cassettiere da ufficio rimesse a nuovo e coffee table ricavati da pallet inutilizzati.
Dando una seconda chance a mobili vintage e complementi acquistati nei mercatini dell’usato, dalle poltrone alle lampade fino alle insegne pubblicitarie in latta. Oppure scegliendo tra le tante proposte che arrivano dalle aziende di design e dalle grandi catene.
L’audacia del design
Per la cucina, insieme alla zona living uno degli ambienti più curati da chi sceglie questo stile, c’è ad esempio il progetto Social Kitchen nato dalla collaborazione tra Scavolini e Diesel.
C’è il modello City di Stosa Cucine, che punta sull’essenzialità e il gusto rétro.
Ci sono gli elementi in acciaio freestanding Liberi in Cucina di Alpes Inox.
E ci sono, per chi cerca soluzioni più accessibili, le tante proposte delle catene di arredamento come IKEA.
Per sedie, tavoli, poltrone, specchi e accessori, poi, via libera a proposte dal design audace e inconsueto con elementi in metallo, giunzioni a vista, pellame invecchiato e colori scuri o nelle tonalità dei materiali grezzi. Proposte come le lampade a sospensione con fili visibili o quelle a neon, che piacciono molto alle generazioni più giovani.
Arredi che mixano legno e acciaio come lo sgabello Arki-Stool di Pedrali, con sedile e gambe in massello di rovere, alzata a gas e poggiapiedi in acciaio.
Le stufe in ghisa come Deco di MCZ, che abbina al funzionamento a pellet un gusto di altri tempi. Specchi senza cornice poggiati a terra. E divani in pelle dall’effetto vissuto.
Idee in bilico tra riuso e vintage, passato e presente, per richiamare, ovunque si viva, la vitalità delle grande città metropolitane e quel senso di perfetta imperfezione che lo stile industriale porta da sempre con sé.