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Nel vasto panorama della sicurezza domestica e alberghiera, i rilevatori di fumo svolgono un ruolo cruciale nella protezione delle vite umane e delle proprietà. Questi dispositivi, apparentemente semplici ma in realtà altamente sofisticati, sono progettati per rilevare la presenza di fumo nell’ambiente e avvisare tempestivamente gli occupanti di potenziali incendi.
In questo articolo, esploreremo in dettaglio il funzionamento di questi dispositivi, delineando le loro componenti fondamentali e spiegando come si integrano nel contesto domestico e alberghiero per garantire una protezione affidabile e rapida. Ecco come i rilevatori di fumo contribuiscono a mantenere sicure le nostre case e gli ambienti in cui soggiorniamo.
Cosa prevedono le normative
In Italia i sistemi di rilevazione del fumo sono obbligatori, in specifici contesti. Essi sono da installare in strutture alberghiere con più di 100 posti letto, in grandi esercizi commerciali (più di 400 mq) e in uffici con più di 100 persone. Le principali norme che trattano l’argomento sono:
- UNI EN 54-7 del 2018, che stabilisce i requisiti essenziali, i metodi di prova e i criteri di prestazione per i rivelatori di fumo, nonché le indicazioni dettagliate per l’Assicurazione di Verifica della Conformità del Prodotto (AVCP) e per la marcatura CE dei prodotti.
- La UNI 9795 del 2021, che prescrive i criteri per la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio.
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Come funzionano i rilevatori di fumo
Al giorno d’oggi esistono diverse tipologie di rilevatori di fumo, ma è possibile distinguere principalmente due categorie: quelli a camera ionizzante e quelli ottici. In generale, un sistema standard è composto da due componenti fondamentali: una unità di rilevamento, che identifica la presenza di fumo, e un sistema di segnalazione, che attiva l’allarme in caso di pericolo. Entrambe le tipologie, ad oggi, possono essere wireless, quindi senza fili.
Rilevatori ottici
Noti anche come rilevatori fotoelettrici, sfruttano il principio dell’annebbiamento visivo per individuare la presenza di fumo. In particolare, i rilevatori ottici si basano sull’effetto Tyndall, un fenomeno di dispersione della luce che si verifica quando ci sono particelle sospese nell’aria, come appunto nel caso di fumo.
Questi dispositivi sono composti da un emettitore di luce e una fotocellula che converte la luce in energia elettrica. La luce emessa colpisce continuamente la fotocellula, generando un flusso costante di energia. Tuttavia, se il fumo è presente nell’ambiente, la luce si disperde secondo l’effetto Tyndall, provocando una variazione nella quantità di luce rilevata dalla fotocellula. Questo cambiamento attiva l’allarme.
Alcuni rilevatori ottici più avanzati utilizzano una configurazione in cui l’emettitore di luce e il ricevitore non sono allineati direttamente, ma sono posizionati in un ambiente opaco che impedisce al segnale luminoso di passare direttamente. In presenza di particelle di fumo, parte della luce riflessa sarà in grado di raggiungere la fotocellula, innescando così l’allarme. In questo modo, il dispositivo si attiva quando viene rilevata una variazione nell’intensità luminosa, segnalando la potenziale presenza di un incendio.
Rilevatori con tecnologia a ionizzazione
Questi rivelatori operano mediante un principio di ionizzazione, con due elettrodi (anodo e catodo) soggetti a una differenza di potenziale e posti in prossimità di una sorgente radioattiva. La sorgente ionizza l’aria, cioè le dà una carica elettrica, permettendo così il passaggio di una leggera corrente tra i due elettrodi.
Quando le particelle di fumo penetrano nello spazio tra gli elettrodi, la ionizzazione diminuisce. Questo comporta una riduzione della corrente elettrica: è proprio questa variazione che attiva l’allarme. Il sistema a ionizzazione agisce con grande tempestività ed è estremamente sensibile. È tipicamente impiegato in ambienti in cui il rischio di incendi è particolarmente elevato.
Dove e come posizionare i rilevatori di fumo
L’installazione dei rilevatori di fumo richiede una precisa valutazione dell’ambiente circostante, tenendo conto del modello specifico e del raggio d’azione di ciascun dispositivo. Le normative stabiliscono criteri fondamentali per il posizionamento corretto di tali dispositivi, soprattutto negli ambienti alberghieri.
È essenziale che i rilevatori di fumo siano collocati in aree non direttamente esposte ai fumi di lavorazioni materiali o flussi prodotti da sistemi di ventilazione, condizionamento o aerazione. Inoltre, l’installazione in luoghi soggetti a produzione di vapore o vicino a fonti di calore dovrebbe essere evitata per prevenire possibili falsi allarmi.
Anche il posizionamento vicino a lampade dovrebbe essere evitato: meglio mantenere una distanza di 30 cm dai rilevatori di fumo. Per garantire una segnalazione efficace e una via di fuga sicura in caso di incendio, i rilevatori devono essere installati lungo le vie di fuga della casa, preferibilmente sul soffitto. È consigliabile collegare i rilevatori tra di loro e, se la casa si estende su più piani, installare almeno un rilevatore per piano, garantendo così una copertura completa e una tempestiva segnalazione in caso di emergenza.