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Quest’anno, i 260 mila visitatori del Salone del Mobile di Milano hanno potuto ammirare alcune dei 2.175 brand di espositori con le loro novità.
Lo stile Made in Italy della città è stato ben rappresentato, tra gli altri marchi, da Icon’s Milano, che ha presentato una nuova linea di mobili in cui il design degli interni incontra l’arte contemporanea, ma con una visione innovativa.
Il progetto si chiama “Art back Home”, un’iniziativa unica nel suo genere per le modalità con le quali le opere pittoriche vengono riportate su madie e dispense: non si tratta infatti di stampare un quadro sull’anta di un mobile ma di un vero e proprio processo di collocazione, attraverso il quale l’opera trova una nuova chiave emozionale. Questa è la differenza rispetto alle tante Marylin di Warhol o Gioconde riprodotte e inchiodate al muro.
Gli artisti che “arredano” la casa
Paolo De Biasi, Fulvia Mendini e Vanni Cuoghi sono gli artisti coinvolti nel progetto da Icon’s Milano, per cui due delle loro tele sono state inserite in un processo produttivo volto a far entrare il design nelle case degli italiani.
Ivan Quaroni, curatore e critico d’arte, racconta alla rivista Exibart la genesi di questo percorso che vede gli arredi fondersi con l’opera d’arte.
Quaroni spiega che accade “molto semplicemente incontrando un artista e facendo nascere una collaborazione; è interessante però la scelta aziendale di voler intraprendere un percorso non necessariamente remunerativo: l’intenzione di Icon’s non è fare dei numeri, ma di esplorare nuovi linguaggi, attraverso la produzione di mobili strettamente connessi alle iconografie dei lavori fatti dagli artisti appositamente per loro. Opere che restano su tela, ma da cui vengono tratti dei particolari riprodotti poi su legno con un innovativo metodo di stampa”.
Siamo comunque oltre il movimento Arts&Crafts (arti e mestieri), nato in Gran Bretagna a fine Ottocento grazie a William Morris. Quella era una corrente di artisti e intellettuali che rispondevano all’industrializzazione nascente.
L’arte è nel processo produttivo degli arredi
Qui, invece, siamo totalmente nel processo produttivo: “Ogni immagine – osserva il critico Quaroni – è stata legata a un mobile già esistente, è stato l’immaginario dell’artista a essere in qualche modo adattato a una struttura modulabile, realizzata con materiali diversi. Per la precisione, due tele di ogni artista sono state riprodotte sui pannelli di una madia e di una dispensa, quindi quattro mobili nati da questa combinazione, poi immessi sul mercato con una serie limitata di pezzi”.
Con il progetto Icon’s Milano, l’arte unica, e non serializzata, torna a casa. Appunto, “Art Back Home”.
*Immagine di copertina – Credits to: exibart.com