Indice dei contenuti
Ogni contratto di locazione con durata superiore ai 30 giorni, deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate: ma che cosa succede in caso di mancata registrazione?
Quali sono le imposte da pagare in un affitto?
Contestualmente alla registrazione del contratto di locazione vanno versate l’imposta di registro e di bollo: questo in tutti i casi, tranne per l’applicazione della cedolare secca, per cui basta il versamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali.
Il costo di registrazione del contratto di locazione dipende dalla tipologia dell’immobile e l’imposta da pagare è suddivisa al 50% tra proprietario e conduttore.
Come si registra il contratto di locazione
La registrazione del contratto di locazione spetta al proprietario entro 30 giorni dalla stipula; in seguito ha 60 giorni per darne comunicazione all’affittuario e all’eventuale amministratore di condominio.
La registrazione del contratto può avvenire tramite documentazione cartacea presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate oppure in via telematica; è anche possibile demandare tale adempimento a un soggetto terzo, come CAF, un commercialista o l’amministratore di condominio.
Leggi Anche: QUANTO BISOGNEREBBE PAGARE D’AFFITTO IN BASE ALLO STIPENDIO?
Cosa succede se il contratto di locazione non viene registrato
La mancata registrazione del contratto di locazione è ancora prassi molto diffusa, per esempio da parte di chi affitta agli studenti o i lavoratori stagionali: bisogna sapere, però, che in caso di mancata registrazione, il contratto di affitto è da considerarsi nullo.
Alle sanzioni civili, quindi, si aggiungono quelle a carattere fiscale derivanti dall’evasione fiscale delle imposte sopra elencate.
Nel caso in cui, per esempio, l’Agenzia delle Entrate invii un accertamento fiscale, contestualmente alla registrazione del contratto di locazione verificherà il pagamento dell’imposta di registro: nel caso in cui neppure questa sia stata versata, la responsabilità è equamente distribuita tra proprietario e conduttore.
La sanzione per mancata registrazione del contratto, inoltre, è piuttosto salata: dal 120% al 240% dell’imposta dovuta con un minimo di 200 euro e ridotta, poi, dal 60% al 120% nel caso in cui il ritardo nella registrazione non superi i 30 giorni.
In caso di omesso versamento Irpef, l’unico responsabile resta invece il proprietario che rischia un accertamento fiscale fino a cinque anni dopo a quello in cui doveva essere presentata la relativa dichiarazione dei redditi.