Negli scorsi giorni, ai microfoni di Unomattina su Rai1, Pasquale Tridico, presidente dell’Inps ha lanciato finalmente una buona notizia per tutti i pensionati italiani: l’aumento del contributo a partire da gennaio. Ma perché? E soprattutto di quanto? Lo vediamo insieme nel dettaglio in quanto gli incrementi saranno proporzionali alla pensione percepita.
Cominciamo in ogni caso dalla ragione che porterà all’aumento dell’importo della pensione: si tratta della perequazione, cioè la rivalutazione dei contributi per riadattarli ai nuovi tassi di inflazione e proteggere il potere d’acquisto di chi li percepisce. Questo vale non solo per le pensioni dirette ma anche per quelle percepite indirettamente, vale a dire quelle destinate ai familiari dei defunti.
Come ha ricordato Tridico, si tratta di un aumento che non avveniva da anni e che sarà supportato economicamente dalle misure inserite nella Legge di Bilancio varata da Draghi.
Come funziona il nuovo sistema e a quanto ammontano gli aumenti
Dal 1° gennaio 2022 sarà praticata una perequazione del 100% rispetto all’inflazione sulle pensioni fino a 4 volte il minimo stabilito (quindi 2.062 euro al mese a fronte del trattamento minimo del 2021 di 515,58 euro).
Secondo i calcoli degli esperti per questi importi sarà applicato un aumento dell’1,7%. Per quelli di importo superiore fino a cinque volte il minimo l’adeguamento sarà del 90% rispetto all’aumento dei prezzi e, a seguire, del 75%, con rivalutazioni rispettivamente dell’1,5% e dell’1,275%.
In euro, questi importi si tradurranno quindi dai 13 euro al mese netti per chi ha una pensione di 1.000 euro lordi ai quasi 38 per chi percepisce 4.000 euro ogni mese.
In questo modo lo Stato assicura una risposta ai rincari che, negli ultimi mesi, hanno riguardato diversi settori del consumo, a partire dalle bollette, e che cambia rispetto a questo 2021 quando non era stata prevista alcuna perequazione delle pensioni.